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Io Sabino

L’undici giugno a Canosa si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco. Candidato del Centrodestra è Sabino Silvestri, uomo di grandi qualità sicuramente, ma anche piuttosto chiacchierato.

Il 5 febbraio di quest’anno, almeno a Canosa, il Centrodestra ha sperimentato un qualcosa fino ad allora appartenuto più al patrimonio culturale e politico del Centrosinistra che alle formazioni eredi in qualche modo di Berlusconi: le Primarie. Le ha vinte Sabino Silvestri, un personaggio noto, in città e non solo. Una sorta di predestinato, visto che l’avv. Giovanni Patruno, nonostante il risultato non proprio da disprezzare, è giunto secondo (i concorrenti erano due), lottando praticamente da solo contro tutto l’establishment ventoliano: nume tutelare e grande regista dell’operazione.
Un successo spaventoso, con circa tremila canosini alle urne, cifra mai raggiunta prima da nessun altro e giocata sull’equivoco che per votare non era necessario firmare alcun documento che impegnasse o, quantomeno, dichiarasse la propria appartenenza politica all’area.
Tutto sommato un buon affare per qualcuno, perché Sabino è istituzionale per carattere: presidente da tempo immemore della Fondazione Archeologica Canosina, dirigente di società sportive dove si praticano arti marziali anche a livello agonistico. E per questo può vantare notorietà e conoscenze anche esterne alla città. Insomma, l’uomo giusto per raccattare voti e diventare naturalmente sindaco. Un notabile di altri tempi, potremmo dire, rispettato, ma anche e soprattutto temuto perché potente, ma di quella potenza democrista, che non si ostenta, che passa inosservata, apparentemente innocua se non addirittura bonaria, ma non priva di una certa stizza. Padre di famiglia iniziato troppo presto alla vita guerreggiata quando dopo la morte del genitore si caricò la responsabilità di un’azienda.
Nel suo volantino elettorale si dichiara uomo concreto e cintura nera al 5° DAN di Karate, quindi abituato a prenderle ed anche a darle (un avvertimento per qualcuno?), educato alla disciplina come un piccolo samurai, nonché felicemente sposato con prole. In pratica il normotipo di destra: casa, famiglia, ordine.
Sabino si dichiara anche uomo d’affari, ma di affari in un settore piuttosto sensibile, almeno a Canosa. A parte i riconoscimenti ricevuti e l’aria di terzietà e di distacco dalla politica che ostentava almeno fino a prima di buttarsi nell’agone, il suo nome balzò agli onori delle cronache un bel po’ di anni fa e guarda caso fu proprio questo sito ad occuparsene con un post del 2 febbraio 2009. All’epoca Sabino si sarebbe guardato molto bene dal mettersi in politica, era semplicemente – già allora – il presidente della FAC e tanto gli bastava. Nel gennaio 2007 aveva fondato, insieme ad un’altra persona, una società dal nome piuttosto evocativo: “Sabino cave s.r.l.”. La ragione sociale non diceva tutto, raccontava solo una parte delle attività, quella appunto di estrazione della pietra viva. In realtà si sarebbe anche occupato della realizzazione di impianti di smaltimento, quelli che comunemente chiamiamo discariche. Uno strano binomio, come dire dal produttore al consumatore. Prima esaurisce una cava, poi la riempie con i rifiuti. Un affare doppio.
Il salto di qualità nel settore avvenne il 28 luglio 2008, quando la “Sabino cave s.r.l.” trovò un socio di peso e con una certa esperienza, tutta nel settore ecologico (per questo tipo di aziende ricorre sempre questo aggettivo, anche se di ecologico a volte vi è ben poco): la TRA.DE.CO. s.r.l. Insieme fondarono la Blue s.r.l. (anche questo colore ha una certa ricorrenza, declinato a volte alla francese, a volte all’inglese) con una quota di capitale nettamente maggioritaria per la Sabino cave s.r.l. (80%), la TRA.DE.CO fu socio minoritario con il 20%. Quella volta lo scopo fu molto più chiaro: realizzare e gestire discariche, inceneritori e termovalorizzatori, come se la Sabino cave avesse ceduto un ramo d’azienda. Amministratore unico fu Guglielmo Maio, figlio di Franco Maio, già molto conosciuto per l’altra società che gestisce le discariche in Contrada Tufarelle: la Bleu s.r.l. E, a distanza di una settimana, il 4 agosto 2008 la Blue s.r.l. propose istanza per la realizzazione di un impianto di discarica di rifiuti speciali non pericolosi, sita nei Comuni di Minervino Murge e di Canosa di Puglia in Contrada Tufarelle, praticamente attigua a quella preesistente della Bleu s.r.l. di Maio padre, per una volumetria complessiva di circa 4.685.000 mc ed una capacità di circa 3.800.000 mc netti di rifiuti abbancabili e per una estensione di 20 ettari circa.
Nel gennaio 2009 Sabino Silvestri cedette le quote in Blue s.r.l. e si dimise da amministratore unico della Sabino cave s.r.l., mentre nel luglio dello stesso anno (il 23 precisamente) si tenne la prima Conferenza di Servizi alla Provincia di Bari, nella quale il Comune di Canosa si dichiarò contrario alla nuova discarica.
Nel 2010 la Bleu s.r.l. comunicò alla Provincia BAT, nel frattempo diventata titolare del procedimento, di aver acquisito dalla Blue s.r.l. il ramo d’azienda avente come oggetto il progetto di discarica, che essendo contigua e complementare all’attività di discarica in esercizio da parte della Bleu s.r.l., fosse da ritenersi a tutti gli effetti progetto d’ampliamento della discarica Bleu in esercizio.
Da quel momento in poi, iniziò un braccio di ferro tra Comune, Provincia, Regione Puglia e Bleu s.r.l. durato circa sei anni, con un primo ricorso al TAR vinto dalla Bleu s.r.l. ed una successiva sentenza del Consiglio di Stato che ribaltò quella del TAR. Sabino Silvestri si eclissò, di lui si son perse le tracce fino ai giorni nostri. Sembrò aver abbandonato la pratica lasciando i Maio al loro destino, ma non è così, la vicenda riserva ancora qualche sorpresa.

Consideriamo un anno rilevante, in cui gli affari dei Maio tornano di attualità: il 2016. La sentenza del Consiglio di Stato che sembrò aver posto fine alla vicenda, è del 6 luglio. A distanza di un mese, Silvestri, insieme ad altre persone, vende a Guglielmo Maio (ma non figura solo lui) la famigerata particella 12 del foglio 77 in agro di Canosa di Puglia ed altre contigue ricadenti in quello di Minervino. Il progetto bocciato dal Consiglio di Stato sembra tornato a nuova vita. Il 10 ottobre 2016, la Bleu s.r.l. presenta una istanza alla Regione Puglia. Richiede una procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale. Vi si legge: L’opera in progetto prevede l’ampliamento della discarica esistente in Canosa di Puglia Strada Vicinale Tufarelle di proprietà della Bleu S.r.l., attraverso la realizzazione di una piattaforma integrata comprensiva di un impianto di discarica per rifiuti non pericolosi e di tutti gli impianti accessori annessi al suo funzionamento.
Il progetto è localizzato nella Provincia di Barletta Andria Trani, nel Comune di Minervino Murge in Località Tufarelle foglio di mappa n. 14, p.lle nn. 500, 501 (parte), 502, 254 (parte), 255, 256, 257, 258, 175, 185, 194 (parte), 516 (parte).
Il 25 novembre dello stesso anno viene presentata dalla stessa Bleu s.r.l. istanza, questa volta, di verifica e assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale e Autorizzazione Integrata Ambientale. L’oggetto è sempre quello: l’ampliamento della discarica. La cosa vien ribaltata alla Provincia BAT che il 16 febbraio di quest’anno attiva la relativa Conferenza di Servizi. Da premettere che la nuova discarica è più piccola rispetto a quella già bocciata, ma questo forse è un particolare trascurabile.
Ed ora seguiamo Sabino. Lo avevamo lasciato ad agosto 2016 e ce lo ritroviamo a novembre (il 25 per la precisione) che annuncia la sua candidatura alle Primarie del Centrodestra, ironia della sorte proprio nel giorno il cui la Bleu s.r.l. fa istanza in Regione per la nuova discarica. Ovviamente fra i due eventi non vi è alcuna relazione e alcun nesso di causalità, semmai di casualità.
Come volevasi dimostrare, e non poteva essere diversamente, le Primarie le vince.

Ora qualche considerazione. Una delle obiezioni poste ad alcuni notabili del Centrodestra canosino il 25 novembre scorso, quando Silvestri annunciò la sua “discesa in campo”, non riguardava un giudizio sulla persona, piuttosto una questione di opportunità politica, noti i precedenti e l’esposizione, quanto meno mediatica, con la Bleu s.r.l.
Tutti risposero che non si può impedire ad un imprenditore di fare il suo lavoro. Giustissimo. Potremmo aggiungere, però, che la letteratura politica degli ultimi anni è piena zeppa di imprenditori prestati alla vita pubblica con conflitto di interessi incorporato, una questione mai risolta. Il caso di Silvestri, poi, è particolarmente eclatante, in quanto il settore in cui ha operato e in un qualche modo ancora opera, è particolarmente sensibile, specie a Canosa.
E’ una situazione poco piacevole per tutti, ma soprattutto per lui che, se sindaco, apparirà come una sorta di sorvegliato speciale. La questione delle discariche in Contrada Tufarelle, come abbiamo visto, non è un caso archiviato o destinato alla post gestione, come CO.BE.M.A., ma un capitolo drammaticamente di attualità, riaperto da quella Conferenza di Servizi a cui il Comune partecipa e nel quale non solo non bisogna essere coinvolti, ma nemmeno apparirlo. Il quesito sarà: potrà mai il sindaco di Canosa sostenere una posizione che di fatto è contraria a quella di un’azienda con la quale è stato in rapporto d’affari fino ad un anno prima, vendendogli cave di tufo esaurite o prossime all’esaurimento per un uso che non è di sicuro quello originario, non risultando la Bleu una società di cavatori?
Posizione davvero poco invidiabile. E il problema più grosso per Sabino, sarà che non solo dovrà sostenere le ragioni di chi è contrario alla discarica, ma lo dovrà fare anche con un impegno davvero sovrumano pur avendo tutto da perdere e nulla da guadagnare, perché se Bleu s.r.l. la spunterà, il demerito sarà tutto suo, così come non sarà affatto suo il merito se dovesse avere ragione il Comune di Canosa, visti i precedenti di una amministrazione (La Salvia) che era riuscita a seguire la pratica fino in Consiglio di Stato e vincerla. Per dirla con una metafora calcistica, che forse piacerà poco al Silvestri, è come se Sabino stesse tirando un calcio di rigore a porta vuota e ha una forte probabilità di sbagliarlo. Nel caso gli fosse oscuro il significato, può sempre chieder lumi a Ventola, che a calcio ha giocato.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 07/06/2017 h 14:02:07
Modificato il 07/06/2017 h 16:46:05

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