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La cricca

Un attesissimo punto all’ordine del giorno riguardante l’ASD Canosa, viene boicottato dalla maggioranza che esce dall’aula consiliare invalidando la seduta. Storie di imprenditori, politici e squadre di calcio: il sistema Francè.

Canosa, 6 settembre 2010 sera, Palazzo di Città. Convocazione del Consiglio comunale per deliberare su sette punti all’ordine del giorno, per lo più questioni tecniche che non necessitano di grandi discussioni, se non quella relativa alla surroga del consigliere comunale Patruno Francesco, diventato assessore in seguito alla revoca delle deleghe all’uscente Sinesi Tommaso.
In realtà, il vero pezzo forte della serata è il settimo punto all’ordine del giorno, quello che recita “Percorso sportivo imprenditoriale ASD Canosa, su richiesta da parte di sei Consiglieri comunali” . E’ un tema piuttosto sensibile per l’attuale amministrazione e per il sindaco in particolare. Dietro l’associazione sportiva Canosa si celano grandi interessi che riguardano aspetti imprenditoriali non secondari (tra questi la gestione di strutture sportive in Zona Costantinopoli), e non solo, perché, soprattutto la squadra di calcio, rappresenta una magnifica macchina da consenso. Si sa che oggi la gente (e quindi buona parte degli elettori) segue il calcio più della politica, della letteratura, del cinema e accaparrarsi le loro simpatie equivale a porre una seria ipoteca su ogni elezione.
Francè, tra l’altro ex-calciatore, lo sa benissimo e ne fa un punto di forza nel campo degli interessi che coltiva, tant’è che la squadra è gestita costantemente da fine 2001 da un gruppo di imprenditori a lui vicini, gli stessi che si sono prodigati in tutte le campagne elettorali che lo hanno visto candidato come sindaco o presidente della Provincia. Francè sa molto bene quanto paga tenere per bene le mani in pasta in tutto ciò che ruota intorno allo sport ed al calcio in particolar modo, infatti dei suoi precedenti incarichi politici, prima di diventare sindaco, si ricorda molto bene quello di assessore allo sport.
Da un po’ di tempo la società sportiva non sta in ottime acque, due anni fa si rischiò lo psicodramma collettivo quando si dovette iscrivere la squadra al campionato di calcio. Qualche giorno prima un manifesto aveva annunciato il disimpegno dell’allora presidente Tonio Casamassima e del gruppo di imprenditori che vi ruotava intorno. Non ce la facevano più, la società rischiava la liquidazione, non aveva i soldi per proseguire. Una provvidenziale delibera gli ridiede quel tantino d’ossigeno, tale che potessero riprendere.
La stagione 2009-2010 è stata un’autentica chimera per chi ha tentato a più riprese di avere qualche notizia sull’assetto societario, tanto da ritrovarsi barcamenato tra nominativi incerti (forse dei prestanome), grandi, a volte folli spese per mantenere tonici i risultati sportivi ed il dubbio pressante che dietro a quella sorta di anno di grazia, vi fossero i denari passati da chi gestiva le discariche, ma che nell’organigramma preferiva non figurare. Infatti, le facce, i volti e le sagome che stavano dietro e movimentavano la scena, erano sempre quelle, qualcuna di loro (la più nota) era anche presente quella sera in aula consiliare. Al ruolo del convitato di pietra aveva preferito quello dello spettatore attento che guarda, vigila, e magari prende anche appunti, non che non sappia distinguere gli amici dai nemici, non si sa mai, alla fine tutto può tornare utile.
Questa volta sembra che abbiano combinato un piccolo “inguacchio”. Le opposizioni hanno scoperto che la società sportiva depositaria del marchio del Canosa calcio, ha commesso qualche irregolarità nei confronti del Comune, in specie verso quella convenzione siglata nove anni fa e benedetta (anche se si è guardato sempre bene dal farlo pubblicamente) da Francè, ovvero non hanno pagato gli affitti dovuti al Comune delle strutture sportive sulle quali, pure, essi lucrano.
In verità, la Convenzione del 10 agosto 2001 prevedeva una sorta di sconto: veniva riconosciuto ai subentranti l’abbuono di circa 254 milioni di vecchie lire per gli interventi di manutenzione straordinaria, a loro dire per rendere agibili i campi da gioco. Solo dopo la totale estinzione del debito contabile, i gestori avrebbero iniziato a versare somme nelle casse comunali. Fatto acclaratamente non accaduto, la concorrenza delle spese di avviamento si sarebbe esaurita nel dicembre 2007, e la società avrebbe dovuto iniziare a pagare già da gennaio dell’anno successivo. Se vogliamo, ci sarebbe anche tanto da dire su questo strano punto della convenzione. Se quei soldi (tra l’altro non pochi) sono serviti per interventi su strutture di proprietà comunale, sarebbe stato logico attendersi una gara di appalto con tanto di capitolato, in modo da assegnarli a chi avrebbe offerto realmente le condizioni più convenienti. L’averle affidate a privati ed a spese di un ente pubblico, presenta un rischio: quello di lavori non controllati ed a costi, probabilmente, più alti di quelli che si sarebbero avuti con regolare gara. Ma questo è un aspetto della vicenda che non è stato preso in considerazione. Diversa invece è la situazione dei mancati pagamenti. Ad aver aperto le danze è stato il dirigente del Settore Finanze Giuseppe Di Biase, con una nota del 6 novembre del 2008 in cui denunciava lo scoperto: non risultava pervenuto alcun pagamento per il primo semestre del 2008. Invitava chi di competenza (il dirigente del Settore Sport, Turismo e Spettacolo, dott. Pontino) ad attivarsi. Il nuovo dirigente lo fece e chiese che la società sportiva pagasse subito i suoi primi 10 mila euro.
Da quelle parti fecero l’orecchio del mercante, salvo qualche botta e risposta epistolare. Il 19 ottobre del 2009 (quindi a circa un anno dall’evidenziazione dello scoperto contabile) viene notificato alla società la rescissione del contratto per inadempienza e intimata la riconsegna immediata degli impianti sportivi, ma loro non ci stanno e passano alle vie legali, facendo sapere che l’ASD Canosa non è assolutamente inadempiente. Anche qui non mancano le stranezze. Solitamente, in ogni ambiente che si rispetti, quando una qualsiasi società vanta crediti nei confronti di altri soggetti, procede nella risoluzione del contratto qualora sia previsto, ma con ciò non rinuncia a quanto accampa e attiva le vie legali per il recupero. Nel nostro caso è accaduto che il Comune omettesse questa opzione, ritrovandosi di fronte ad un’azione legale promossa dalla controparte; solo in presenza di questo evento il Pontino ha passato la pratica all’Ufficio Contenzioso. Le sorprese non finiscono qui in quanto il 17 dicembre 2009, dal Contenzioso comunicano che ASD Canosa ha pagato due semestralità con un versamento di poco superiore ai 20 mila euro, molto strano per un soggetto che sosteneva di non essere in alcun modo inadempiente, ergo – sembra essere il ragionamento – rivogliono i campetti.
Pontino punta i piedi e sfodera un insolito cuor di leone. Ribadisce che la risoluzione del contratto è comunque cosa avvenuta e che l’obolo della società sportiva non copre assolutamente il debito vantato: all’appello mancherebbero più di 15 mila euro. Invita il dirigente dell’Ufficio Contenzioso a non cincischiare e a nominare un legale.
Passano circa quattro mesi prima che la Giunta si decida per la nomina. Nel frattempo ASD continua ad esercitare le sue attività sulle strutture comunali oggetto di disputa. Considerando i saldi avvenuti, ASD cambia l’oggetto della contesa, la questione non è più quella del pagamento in toto dei canoni di affitto, ma il periodo in cui essi sarebbero maturati, in altre parole ritiene che quanto versato corrisponda al dovuto e che, evidentemente, c’è un malinteso con il Comune sul periodo esatto di ammortamento delle quote di ristrutturazione degli impianti.
La delibera di Giunta n. 158 del 16.04.10 non accontenta del tutto il dirigente. La nomina di un legale di parte si traduce, secondo l’organo presenziato da Francè, in una sorta di parere pro-veritate da richiedere al prof. Giuseppe Simone, inoltre si chiede che il Pontino rilasci la relativa procura alla lite, ovvero che si astenga da ulteriori interventi. Strano questo acume della Giunta ventoliana, in quasi tutte le altre circostanze non si sono mai preoccupati di spingersi in una battaglia legale senza temere tanto di aver torto. Alla fine, di tasca loro non ci rimettono mai, è sempre la comunità che paga. Ma per ASD Canosa hanno ritenuto, evidentemente, di dover fare un’eccezione.
E il prof. Giuseppe Simone trasmette in una nota del 20 luglio 2010 il suo parere, ovvero dal punto di vista formale la decisione del dirigente è corretta, ma lui ritiene che sia stata eccessiva, pertanto, avendo ASD Canosa ricorso contro la decisione del Comune, non potrà che essere il Tribunale Civile a pronunciarsi. In pratica, il legale di parte del Comune dà ragione alla sua controparte.
Nel frattempo le cose si complicano. Il Canosa calcio conosce ancora una delle sue annose traversie. Nuovamente l’uomo vicino al nostro sindaco si ritrova a dover battere cassa, di fatto è alla ricerca di un nuovo presidente che rilevi l’attività agonistica. Lo trova in agosto nella persona di Paolo Abruzzese, ex-presidente della Fortis Trani. La domanda ovviamente sorge spontanea. Ma se l’uomo di Francè ha lasciato ogni incarico nell’ASD Canosa cedendo la società ad un terzo, con essa migreranno anche le attività lucrative che tiene negli impianti di Via della Murgetta? Ovviamente no, infatti il 30 agosto 2010 viene comunicato che “a causa del mutamento della compagine associativa del detto soggetto (ASD Canosa – n.d.r.), e dell’intento dei nuovi soci di assecondarne esclusivamente la gestione del “settore calcio”, è necessario ed opportuno trasferire gli effetti della convenzione del 10.08.2001 ad un nuovo soggetto giuridico, A.S.D. Liberty Canosa, composto dai medesimi soci aderenti all’ASD Canosa”.
In pratica, si costituisce una nuova convenzione con una società altra rispetto a quella naturalmente titolare di quell’impegno, semplicemente con una comunicazione scritta unilaterale, adducendo, a giustificazione, l’immutata compagine societaria, ovvero sono sempre gli stessi: cambiano nome e non si occupano più del Canosa calcio. Non sappiamo cosa prevedeva la convenzione del 2001 a tal proposito e se
l’occuparsi della squadra agonistica fosse un punto non prescindibile.

Di questa vicenda, i cittadini che erano quella sera a Palazzo di Città non hanno potuto sapere niente, in quanto il famigerato settimo punto non è stato discusso. Già era trapelato qualcosa durante il Consiglio comunale, un documento in cui i consiglieri di maggioranza avevano annunciato che si sarebbero astenuti da quell’ordine del giorno, vanificando di fatto la sua efficacia e la possibilità che pubblicamente si potesse sapere cosa stava avvenendo intorno ai campetti di Via della Murgetta.
Alle 21:02 l’aula è stata abbandonata dai 22 consiglieri di maggioranza e dall’intera Giunta, lasciando ad occuparla i soli 5 di opposizione. In extremis il consigliere Forino ha chiesto la verifica del numero legale. E’ seguita, come da regolamento, una sospensione di un quarto d’ora al termine della quale non è restato che prendere atto (in una sala spettrale) che il numero legale mancava.
Ogni commento credo sia superfluo. L’ex-presidente dell’ASD Canosa è stato notato più tardi in compagnia del sindaco in un crocchio fuori da Palazzo S. Francesco. Non aveva un’espressione molto distesa.

Prima stesura: 10.09.2010

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 11/01/2013 h 13:26:50
Modificato il 15/01/2014 h 13:33:39

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