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Il delitto perfetto - Chi inquina paga. Forse.

Il principio cardine con cui il Consiglio di Stato chiuse la questione, di fatto non è mai stato applicato, nonostante due precedenti che hanno riguardato proprio COBEMA e Bleu, finite entrambe sotto inchiesta.

Fino ad ora si contano due procedimenti noti a carico delle imprese che operano in contrada Tufarelle e riguardano proprio la Bleu s.r.l. e la COBEMA. Entrambe hanno in comune un nome, quello del GUP di Trani Teresa Giancaspro. Mandò assolti nel 2008 gli amministratori della COBEMA nel processo di primo grado con rito abbreviato, con la seguente motivazione: il fatto non sussiste. Le accuse contestate dal PM di Trani Michele Ruggiero erano associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, delitti contro la fede e l’incolumità pubblica. La discarica fu anche messa sotto sequestro. Nel 2005 la dott.ssa Giancaspro assolse i gestori della Bleu s.r.l. sempre con la stessa formula (il fatto non sussiste). Erano stati accusati dal PM Francesco Bretone di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Lo stesso PM così commentò la sentenza: “Sono sorpreso dall’ assoluzione. I fatti contestati, e mi riferisco ai gestori della discarica, non erano oggetto di discussione tanto che gli imputati avevano scelto il rito abbreviato. C’era da discutere della qualificazione giuridica del reato, e cioè se si trattasse di traffico illecito di rifiuti o di violazioni alle autorizzazioni. Sulla vicenda si erano già espressi per due volte il tribunale del Riesame e la Cassazione riconoscendo la sussistenza, seppur parziale, dei reati”. La sentenza di primo grado contro COBEMA verrà poi ribaltata dal giudizio in Corte d’Appello nel 2011 con la condanna di otto imputati per traffico illecito di rifiuti. Non risulta, invece, che la sentenza contro la Bleu s.r.l. sia stata mai appellata. Nel frattempo il dott. Bretone fu trasferito al Tribunale di Bari.

Anche se poi a pagare sono stati solo quelli di COBEMA, condannati a pene tutto sommato leggere, la cui discarica è esaurita e di fatto abbandonata (la burocrazia utilizza il termine post gestione, in realtà è un eufemismo in quanto di gestione vi è ben poco, tanto che recentemente il neo-sindaco Morra ha incaricato l’ARPA di fare rilevazioni non riuscendo nemmeno ad accedere al sito), il chi inquina paga rimane un principio comunitario che il Consiglio di Stato ha ribadito. Già abbiamo dato ampio conto di come l’ARPA nelle passate conferenze di servizi ritenesse, in contrada Tufarelle, assolutamente sconsigliabile realizzare altre discariche per la vicinanza di consimili altri impianti. Ciò da solo rappresentava un motivo definitivo. A distanza di cinque anni, però, ARPA ha cambiato idea, e ciò che era escludente allora diventa possibile oggi, anche se nulla è cambiato laggiù, anzi la situazione è forse pure peggiorata, se non altro per il quantitativo di rifiuti abbancati che in questi anni è sicuramente cresciuto. Nell’allegato A della determinazione, la faccenda si chiude in poche righe: “si richiamano le valutazioni effettuate dalla Regione Puglia per analogo procedimento VIA-AIA, di cui alla nota prot. 1099 del 05/02/2016 del Servizio Gestione dei Rifiuti, relativamente alla classificazione dell’impianto gestito dalla società Solvic srl”. Liquidata la S.OL.VI.C. come una non discarica, aggiungono: il criterio escludente relativo alla “preesistenza di discariche a distanza tale da non consentire l’individuazione del responsabile dell’eventuale inquinamento” previsto dal PRGRS, è stato volutamente definito dal legislatore senza una specifica individuazione dimensionale della distanza minima da rispettare, considerato che tale definizione non può che discendere da una valutazione tecnico-scientifica ispirata al principio di “precauzione” che deve essere effettuata caso per caso, in ragione delle caratteristiche del progetto proposto e delle condizioni dell’area a contorno del sito interessato dall’intervento. Fatta la necessaria premessa, si evidenzia che, nell’ambito del procedimento de quo, sono stati acquisiti studi tecnico-scientifici prodotti dalla società istante e le valutazioni dell’organo tecnico consultivo (Comitato tecnico provinciale) ed istituzionale (Arpa Puglia DAP BAT), i cui contenuti qui si intendono integralmente richiamati, che hanno consentito di ritenere conforme la proposta progettuale rispetto al PRGRS, anche relativamente al criterio sopra indicato, atteso che le caratteristiche dell’area ed i sistemi di monitoraggio proposti dalla società proponente, successivamente rimodulati e integrati (rete di rilevamento geoelettrica e sistema di monitoraggio delle acque sotterranee) nel corso dello svolgimento del procedimento de quo, consentono l’individuazione del responsabile dell’eventuale inquinamento.
In altre parole, ciò che era vincolante cinque anni prima basandosi su un principio assoluto (le discariche sono troppo vicine) diventa relativo ora che le valutazioni tecnico-scientifiche devono tener conto delle condizioni dell’area circostante. Cosa vuol dire questo? Che in cinque anni sono mutate in meglio le condizioni dell’area a contorno? In realtà questo dato non risulta e difficilmente potrebbe trovare riscontro nella realtà effettuale. Si invoca persino comicamente il principio di cautela, che in questo contesto suona come una beffa, doppia perché la Bleu s.r.l. al paragrafo 10.1 della Relazione tecnica AIA riporta: Il sito di intervento previsto per la nuova piattaforma integrata si trova a distanza > 165 m dall’area in cui insiste la discarica in esercizio della BLEU SRL, contraddicendo l’idea della distanza relativa. A ciò si aggiunge il quesito madre: perché ARPA contraddice una sua precedente valutazione? Cosa è cambiato nel frattempo? Cosa c’è di diverso tra il progetto bocciato dal Consiglio di Stato e quello nuovo? Come mai si citano come fonti indiscutibili e imparziali gli studi scientifici fatti dalle società istanti quando è risaputo che sono affidati a loro consulenti? A parte le valutazioni del Comitato Tecnico Provinciale e dell’ARPA Puglia DAP BAT che contraddice se stessa, quali sono gli studi scientifici indipendenti che avallano quanto Bleu asserisce?

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 08/10/2017 h 21:27:52
Modificato il 08/10/2017 h 21:52:22

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