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Prove tecniche di coalizione a Canosa, ovvero la nascita del Terzo Polo con uno strano convitato: SEL, il partito del Governatore. Metamorfosi o marchio taroccato?

Se qualcuno volesse descrivere quanto sta accadendo in questi giorni a Canosa a proposito del cantiere del Centrosinistra per le elezioni amministrative della primavera prossima, farebbe bene a tenersi forte. La politica, ed in particolar modo i rapporti all’interno del Centrosinistra, tendono a rassomigliare più ad un romanzo noir o ad una pochade (se si preferisce) che ad una vicenda politica di una certa drammaticità – considerato il contesto - con annessi tradimenti, doppi giochi, manovre sotterranee. Una storia iniziata mesi prima e combattuta con le armi della dialettica, ma che improvvisamente ha subito un’accelerazione.
Il giorno 25 ottobre, il dott. La Salvia Ernesto ha emesso un comunicato stampa con il quale ha annunciato la sua candidatura a sindaco nel 2012, sostenuta da una parte del Centrosinistra, quella che fa capo a PD, IDV, PSI e Verdi. All’appello manca SEL, un importante tassello, almeno qui in Puglia dove ha la sua roccaforte. Come mai?
La situazione ha un qual che di paradossale. In realtà, è da circa un anno che i partiti di centrosinistra si incontrano per definire chi sarà il candidato sindaco, o meglio ci provano tra un tira e un molla, indecisi sul metodo, anche se in un primo momento era apparsa condivisa l’idea che sarebbe stato preferibile accettare una candidatura unica e condivisa piuttosto che puntare sulla roulette delle primarie.
I primi nodi al pettine son venuti nel luglio scorso, dopo aver demandato ad un comitato interpartitico la definizione di un codice etico, di un regolamento delle primarie e di un codice di autodisciplina. Allora l’unico partito ad avere un candidato già pronto e scalpitante era SEL con Gianluca Patruno, si attendeva che il PD presentasse la sua proposta, in modo da dare la possibilità ai rimanenti due di regolarsi. Nel regolamento delle primarie era già stato predisposto un timing per l’annuncio e la presentazione delle candidature. E’ accaduto invece che in settembre, dopo aver sconfinato con i tempi imposti, è maturata una decisione diversa in due dei partiti della coalizione (PD e IDV) fatta propria con qualche riserva dal PSI e abbracciata senza riserve dai Verdi: convergere su un uomo al di fuori dei partiti ed estraneo alle sezioni, insomma un rappresentante della cosiddetta società civile, individuato nel dott. Ernesto La Salvia.
La situazione improvvisamente si è complicata, producendo, tra l’altro, una grossa spaccatura nel partito del Governatore, tra coloro i quali avrebbero visto di buon occhio la candidatura del La Salvia ed i pasdaran di Patruno, per nulla intenzionati a rinunciare al loro candidato e, di conseguenza, alle primarie. La questione è finita sui tavoli della segreteria provinciale di SEL ed è passata per una drammatica riunione. Il coordinatore provinciale Brucoli, dopo aver preso atto dello stato di crisi, non ha trovato di meglio da fare che commissariare la sezione canosina, formalizzando la frattura. In merito al fatto specifico ha espresso la posizione ufficiale del partito, riassumibile così: SEL ha nello statuto le primarie e le considera una sorta di obbligo inderogabile, a maggior ragione quando è un suo iscritto o dirigente a chiederle. Sulla questione non si transige. Posta così appare semplice e lineare, perfino condivisibile, con un però. Il dott. La Salvia, indicato dal PD come candidato unitario, non è iscritto a nessun partito e di questo si fa si vanto. In realtà, anche seppur non organico, i suoi rapporti preferenziali e le sue simpatie politiche sono per il Governatore ed il suo partito. Non è un uomo dell’apparato di SEL, ma di sicuro un suo elettore, e con loro condivide scelte e ideali quanto e più del candidato di SEL alle primarie. Questa è la prima stranezza, ma non finiscono qui. Il Patruno ha un passato politico piuttosto irrequieto. E’ stato segretario del circolo del Partito Democratico per un paio d’anni. Dimissionato nel novembre del 2009, è passato a SEL come consigliere comunale direttamente dalle liste del PD, di cui era il primo dei non eletti, dopo le dimissioni concertate con Basile, anch’egli ex PD. Ma Gianluca Patruno ha anche un’altra debolezza, in giro ama accompagnarsi spesso ad Andrea Silvestri, ex enfant prodige della DC dei tempi d’oro, poi caduto in disgrazia politica negli anni “90 per via delle faccende riguardanti le prime discariche, e nei guai con i magistrati una decina d’anni dopo, per via di irregolarità contestategli quando era assessore regionale alla formazione professionale nella giunta Fitto. Ma, da quel che appare evidente, non si tratta solo di due amici al bar. Il Silvestri è dato come il mentore politico del Patruno, lo raccomanda, tanto che ad una riunione a cui fu invitata anche la formazione politica “Io Sud”, ultimo suo porto, tra una frase e l’altra si lasciò sfuggire che in caso di primarie del Centrosinistra non avrebbe avuto esitazioni a votare per Patruno.


Il problema del rapporto con il Centro ha impegnato quasi tutte le riunioni di coalizione. E’ un dato di fatto che la forza elettorale della Destra impone, per vincere, una compagine molto larga, fino ad alleanze innaturali giustificate soprattutto dal comune interesse. Ma chi sarebbero i protagonisti di questa stagione di rinascita che dovrebbe rivoltare la città come un calzino dopo gli anni della Destra? Intanto son tornati allo scoperto visi e personaggi di un tempo arcaico, gente che ha già amministrato in qualche caso malissimo.
Uomini da spavento rimasti rintanati nei loro loculi hanno capito che ora, terminala la fase di Francè, si può vincere e non vogliono farsi sfuggire l’occasione. Riemergono all’odore del sangue. Sono i soliti di sempre, le stesse facce, magari rimpicciolite dall’età avanzata, i corpi rinsecchiti ed in precarie condizioni fisiche. L’occhio, non più vivido come quello di una volta, contornato da un’aura da vita vissuta, pronti a tornare a tessere e ritessere trame e a coltivare ancora i vecchi vizi.
Ebbene, questi signori rappresentano, almeno così dovrebbe essere sulla carta, il blocco sociale centrista indispensabile per vincere, secondo i calcoli di qualcuno, la linea di demarcazione oltre la quale vi è il successo elettorale. A meglio esplicitarlo è proprio il segretario provinciale di SEL, che nell’ennesima risposta apparsa il primo novembre su “La Gazzetta del Mezzogiorno” scrive: Per costruire un’ampia coalizione bisogna superare il “virus minoritario”, aggiungendo più in là: La presunta coalizione costituita dal PD, IDV, PSI e Verdi … nasce con una volontà di non allargare alle forze di centro che storicamente a Canosa hanno un peso elettorale che non va sottovalutato e che sono stati all’opposizione del sindaco Ventola”.
Da queste parti esiste una concezione proprietaria dei consensi, per la quale due più due fa sempre ed inesorabilmente quattro.
Per molti, il passaggio da quell’area è indispensabile, lo ritiene tale anche quella parte di Centrosinistra che ha indicato il suo candidato sindaco in Ernesto La Salvia, non lo ha capito solo Brucoli, ha solo deciso di incontrarli dopo, magari con calma e ad ufficializzazione avvenuta, credendo che nel frattempo la parte di SEL che insiste con le primarie rimanesse ferma, indisposta, come si credeva, a firmare patti con il diavolo, pura e dura come da tradizione. Invece così non è stato. Si sono prodotti in uno due terrificante. Il giorno dopo la pubblicazione dell’annuncio del dott. La Salvia, hanno emesso un comunicato con qualche aggiunta in corso, finito su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 26 ottobre. Ribadivano la necessità delle primarie, tiravano qualche stoccatina al sindaco, rispondeva in maniera risentita il suo coordinatore provinciale agli attacchi del candidato del centrosinistra. Nel frattempo, di sera, facevano affiggere per tutta la città manifesti che indicavano nelle primarie l’unico metodo possibile per scegliere il candidato. Strano, però, che di quelli non ne sapesse niente il coordinatore provinciale, Brucoli, e il reggente della sezione canosina di SEL.
Il rischio che Brucoli voleva scongiurare era quello dell’isolamento. Le primarie, infatti, non avrebbero avuto alcun senso, rasentando il ridicolo, se le avesse organizzate da sola Sinistra Ecologia e Libertà con competitor tutti interni al loro partito. Ma a Canosa, evidentemente, Gianluca Patruno già stava seguendo un’altra direzione, tanto che all’insaputa di molti, a sorpresa è apparso un articolo, sempre su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, sabato 29 ottobre dal titolo piuttosto suggestivo “Prove tecniche di coalizione l’UDC tenta con il terzo polo”. In pratica si annunciava un incontro per il 7 novembre che, stando alle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto dare inizio ad una nuova fase di confronto che portasse alla costituzione di una grande alleanza democratica per la nostra città. Peccato che non fossero invitati PD, IDV e PSI, mentre stranamente comparivano i Verdi che già avevano firmato un documento con il quale si erano impegnati a sostenere il La Salvia come candidato sindaco. Problema superato, o quasi, il giorno dopo, quando i Verdi faranno sapere che non saranno della partita, confermando il loro appoggio al candidato già indicato.
Questa strana convention, per di più ad excludendum, non rappresenta nulla di nuovo. Già in primavera si era tentato di mettere insieme intorno ad un tavolo le forze politiche di minoranza nel tentativo di elaborare un qualcosa in comune. Al di là delle buone intenzioni e delle frasi di prammatica non ne era venuto niente. Ora non è chiaro cosa tenteranno di fare, anche perché a risentirne è la geografia politica. Ne fanno parte, infatti, formazioni politiche di centro-destra, che seppur non sostengano la maggioranza non hanno ancora reciso il cordone ombelicale. Vi sono i fuoriusciti dal PDL di FLI, API (il partito coordinato localmente da una tradizionale esponente di destra), MPA e la creatura montezemoliana “Canosa futura”, per lo più imprenditori delusi dal centro-destra. A far da contorno, una miriade di associazioni create di bella posta con lo scopo precipuo di fare soprattutto numero, perché, si sa, più ne siamo e meglio appariamo. “Io Canosa”, sicuramente un’idea di Andrea Silvestri nata dalla parafrasi del suo “Io Sud”, e le più misteriose “Canosa che vogliamo”, “Movimento per Canosa”, “Vivere per Canosa”.
In questa sorta di maionese impazzita si è infilata SEL, proponendo anch’essa una sua costola ad uso ed abuso del nome del suo fondatore, “Puglia per Vendola”. Chissà se il Governatorissimo apprezzerà gli accostamenti e la compagnia.
Come è possibile, infatti, che i vendoliani di SEL si spostino verso i procellosi mari del centro quando è dichiarata l’avversione e l’incompatibilità per queste forze politiche? Solitamente operazioni di così ampio respiro hanno successo quando dietro vi è un leader, una guida che sappia smussare i contrasti e concentrare l’attenzione sulla sua figura, oltre che dare un senso a tutta l’operazione. Ma il guaio è che SEL non dispone di una persona siffatta, sennò non avrebbe avuto bisogno di ricorrere alle primarie, inoltre si fa portatrice di un dogma che non è detto venga accettato a cuor leggero da quelle parti, e se accadesse sarebbe davvero una gran novità. Ma forse per questo SEL ha già pronto un piano B, che in certe situazioni è meglio non far mancare mai. Il mitico coordinatore provinciale fa riportare, sempre il primo novembre, una frase per qualche verso sibillina, dice infatti: SEL e “Puglia per Vendola” parteciperanno all’incontro promosso dall’UDC con lo spirito di partecipare ad un’ampia coalizione di alternativa democratica aperta a tutti, a partire dalle forze di centrosinistra, affermando la pari dignità di tutti senza pregiudiziali sia nella scelta del programma di governo, che nelle metodologie di scelta del candidato sindaco.
Stendiamo un velo pietoso sul programma, ma è strana assai quella pari dignità tra forze su come il candidato sindaco dovrà essere scelto, perché considerarsi paritari, in questo senso vuol dire anche ecumenici e magari disponibili a rinunciare allo strumento delle primarie. Se SEL, infatti, volesse imporlo come un dogma (non dimentichiamo che è questo il motivo dell’abbandono del tavolo del Centrosinistra) potrebbe avere qualche grossa difficoltà a tutelare la pari dignità di una qualche forza politica che non le apprezzasse; se invece si mostrasse infinitamente rispettosa della dignità altrui, dovrebbe convincersi ad accettare l’idea di non poterle celebrare, il che sarebbe un bel guaio, non potrebbe vincerle e non potrebbe tenerle, e non potrebbe nemmeno sbattere la porta ed andare via. Ma Brucoli, quando vuole, sa essere molto flessibile e comprensivo. A Trani, infatti, si pose un problema analogo, di differente vi era che la sezione locale di SEL si era pronunciata per la condivisione di un candidato, l’avv. Operamolla, e ad un suo iscritto, tale Antonio Mazzilli che gli aveva chiesto il commissariamento del circolo, così rispondeva: devo sottolineare che il documento del circolo cittadino di SEL, non rappresenta una rinuncia alle primarie che appartengono al DNA naturale del nostro partito e del Suo Leader Nichi Vendola. La scelta delle primarie, come strumento di ampliamento della partecipazione dei cittadini nella scelta del Leader e nella definizione del profilo politico e programmatico, va perseguita per rendere più forte e coesa la coalizione. Il documento del circolo esprime una fondata preoccupazione che nel caso specifico di Trani, lo strumento delle primarie possa pregiudicare l’unità delle forze politiche di centrosinistra e rimandare la discussione del progetto di città da proporre ai cittadini. In tal senso va interpretata la scelta, generosa di Sel di Trani e di Ruggiero Carcano, di rinunciare alle primarie in favore di una scelta forte, autorevole e ampiamente condivisa come a nostro parere può essere quella dell’Avv. Ugo Operamolla. Sinistra Ecologia Libertà è disponibile a discutere di tutto, compreso l’utilizzo dello strumento delle primarie, sia a livello locale che a livello provinciale ed a riprendere il dialogo, mai interrotto, in modo proficuo e celere allo scopo di offrire alla città una coalizione ed un programma credibile e condiviso.
Evidentemente, anche le granitiche convinzioni di Brucoli possono qualche volta vacillare, specie se il candidato è forte, autorevole e ampiamente condiviso. Chissà se Brucoli riuscirà a trovarne uno di simili caratteristiche fra i suoi nuovi compagni di ventura in quel di Canosa.


Sabino Saccinto

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Pubblicato il 12/12/2012 h 16:21:32
Modificato il 15/01/2014 h 13:32:33

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