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Estate canosina: le stranezze

Il caso del cantante neomelodico a cui bloccano il concerto, ma anche una delibera di giunta molto disattesa nei principi.

Se Salvatore Paulicelli non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. D’altronde come si può fare a meno di un maitre à penser che da Roma, sua attuale residenza, ci tiene tutti sott’occhio attraverso i social, segue le nostre misere, umanissime vicende di strapaese, specie della derelitta sinistra? Approva e bacchetta, consiglia e critica, comunque interviene, sempre. Mai a sproposito, mai a gamba tesa. Ma con il portato dell’uomo lontano, che in virtù del suo essere in remoto si consente un certo distacco, un certo aplomb, una obiettività che non tutti, però, gli riconoscono.
Come non poteva mancare un suo commento, del quale personalmente lo ringrazio e lo incoraggio ancora di più ad illuminare noi sinistrorsi disperati che hanno perso il lume della ragione, sulla pagina Fb “PD Canosa”, dopo la pubblicazione di un post nemmeno tanto trinariciuto sulla vicenda del cantante Daniele De Martino, il cui concerto è stato bloccato dalla Prefettura di BAT? E infatti non poteva mancare. Un commento che di sicuro non dà un bel voto pieno a chi ha criticato l’Amministrazione, anche se poi ne condivide le perplessità (“ I patrocinanti che hanno inserito De Martino in #estatecanosina erano a conoscenza del genere del cantante neomelodico e della "contiguità " con ambienti criminali e mafiosi? ”) e si mostra scettico sull’efficacia di un metodo di critica che secondo lui non considera l’insieme ma l’episodio in sé: “credo che la politica canosina nel suo insieme debba interrogarsi e analizzare le molteplici e variegate iniziative offerte dall’amministrazione Comunale” . In realtà, quello che appare evidente dalle parole di Salvatore Paulicelli, è un’ottima, probabilmente, conoscenza dei fatti così come vengono raccontati dai social, ma una scarsa, se non del tutto assente, nozione degli atti amministrativi, e chi trascura questi aspetti non può dare lezioni su quale sarebbe la migliore pratica politica di opposizione. In risposta ad un utente che commentava il suo commento, ha scritto: “C’è però un aspetto che va considerato e riguarda i committenti che ci hanno messo i soldi e hanno coltivato ritorni economici.” Ecco, se Salvatore Paulicelli avesse letto la delibera di giunta n. 180, non avrebbe mai scritto quella frase. In quell’atto, infatti, sono scritti e ripetuti un paio di concetti:

a) i soggetti che possono promuovere manifestazioni e iniziative rientranti nel programma dell’Estate canosina sono sostanzialmente due: il Comune e le Associazioni;
b) nessuna delle iniziative è a scopo di lucro;
c) le iniziative e gli spettacoli non sono stati finanziati totalmente dai soggetti privati, leggi imprenditori.

L’Amministrazione, nel promuovere le iniziative, ha distinto le manifestazioni tra quelle meritevoli di patrocinio a cui ha devoluto un contributo (perlopiù organizzate da associazioni) e quelle organizzate e promosse dal Comune, come quelle a cui fa riferimento Salvatore Paulicelli, non completamente a carico degli sponsor. Di queste, le spese per il palco, l’energia elettrica, i diritti SIAE, le luci, le transenne, la sicurezza sono a carico del Comune. Ammontano a più di 56 mila Euro per tutto il programma. In altre parole, manifestazioni passate, nell’opinione pubblica e dei social, come completamente private, hanno goduto di un cospicuo contributo da parte dell’Ente pubblico, che nel caso di specie, è di fatto socio dei privati . Quello che invece non si conosce, ma credo che per ragioni di trasparenza i cittadini canosini avrebbero diritto di sapere, è a quanto ammonta la partecipazione dei privati, cioè, per dirla con Salvatore Paulicelli, quanto hanno messo. Perché è chiaro che se l’Amministrazione avesse voluto seguire le direttive che essa stessa si era imposta in delibera, ovvero che le manifestazioni non finanziate con contributi diretti alle associazioni, devono considerarsi esclusivamente in capo al Comune, in bilancio avrebbero sicuramente stanziato molto di più di quei 56 mila Euro, senza considerare che se volessimo essere molto tignosi (talebani direbbe qualcuno) non potremmo fare a meno di osservare che la figura del finanziatore (sponsor) è presente nell’Allegato A della delibera, ma non è affatto contemplata nel corpo della delibera stessa, dove in linea di principio sarebbe addirittura in contraddizione.

Questioni di lana caprina? Proprio non direi. C’è un punto piuttosto rilevante che ha effetto sulla percezione di tutta l’Estate Canosina presso i canosini. Riguarda i comuni cittadini, ma anche gli osservatori esterni. Buon testimone ne è lo stesso Salvatore Paulicelli quando scrive: “Le capacità organizzative dell’assessore Di Nunno agli eventi e di Cristina Saccinto alla cultura hanno dato buona prova e bisogna darne atto. C’è stato coinvolgimento di aziende locali e aziende di canosini operanti fuori, e contributi finanziari notevoli che hanno permesso un’offerta "abbondante" per una cittadina di nemmeno 30.000 abitanti.“ Chiarissima l’ammirazione, indubbio il successo, che si fonda però su una contraddizione tra quelli che sono gli atti (la realtà legale) e quella che è invece la realtà materiale, con ampi margini di non conformità della seconda alla prima. Una distorsione che ha una motivazione politica piuttosto evidente. Quel panem et circenses che Paulicelli considera slogan dietro i quali non serve rifugiarsi , rappresentano di fatto la realtà. E’ chiaro che dietro il programma che una volta si sarebbe definito dell’effimero, e Paulicelli ne dovrebbe sapere qualcosa, c’è il mantenimento del consenso, alimentato quest’anno, come l’anno scorso, da una pletora di imprenditori amici, che hanno permesso, proprio come Salvatore Paulicelli ammette, un’offerta strabordante per una città come Canosa, con buona pace della stessa delibera che proprio gli assessori Cristina Saccinto e Saverio Di Nunno hanno portato in giunta.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 30/08/2023 h 19:31:41
Modificato il 30/08/2023 h 19:32:54

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