Prova di collegamento ad un DB
Sono così innocue le biomasse?


Giorgio Ambrosoli
L’amico Axel ci ha inviato ancora un contributo intorno all’inquinamento da ignizione di biomasse. Si tratta di un testo del prof. Federico Valerio di cui rimetto una brevissima intervista disponibile su YouTube.
Ritorna alla pagina iniziale

Documenti correlati



La sfida del futuro: le energie da fonti rinnovabili

I controllori e i controllati

Il censore unico

Gli strani ritardi di Canosaweb.it

L’emergenza annunciata

Il neo-doroteo

Fantapolitica vers. 3

Siti di interesse locale


Nino Imbrici blog

Agostino Di Ciaula blog La voce degli invisibili

Leonardo Mangini blog

Comune di canosa di Puglia

Canusium

Associazione sportiva Canusium

Campi diomedei

Presepe vivente

Canosa presepi

Canosa - sito in allestimento

Promozione del vino DOC

VIX & Co. - Gli incursori del web (vecchio sito)

VIX & Co. - Gli incursori del web (nuovo sito)

Giuseppe Cioce, consulente finanziario indipendente

Articoli per altri siti


Forum e nik name - 09.07.07

Pizzuto presidente del Consiglio comunale - 13.07.07

Registro tumori 1 - 29.11.07

Registro tumori 2 - 11.12.07

S. Giorgio Village - 04.01.08

Emergenza rifiuti in Campania - 06.01.08

Lo sciocchezzaio di Canosaweb - 15.01.08

Corte di Giustizia europea sul caso Europa 7 - 02.02.08

Commento all'articolo del consigliere Forino - 06.02.08

Risposta al consigliere Forino - 07.02.08

Primarie del PD a Canosa - 11.02.08

Antipolitica - 11.02.08

Le dimissioni mancate del Sindaco - 14.02.08

Legge sull'aborto - 19.02.08

Lettera aperta al sindaco - 21.02.08

Polemica elettorale con Seneca - 24.02.08

Serve davvero un programma in politica - 26.02.08

I fratellini di Gravina - 28.02.08

I nuovi ricchi - 05.03.08

La tragedia del Truck center - 06.03.08

Riforma della Pubblica Amministrazione - 10.03.08

Replica alla CGIL - 13.03.08

Soccorso nero - 18.03.08

Replica ad Eraclio - 24.03.08

Replica al prof. Metta - 27.03.08

La CGIL ed il S. Giorgio Village - 30.03.08

Contrada Tufarelle 2 - 11.04.08

Il 25 Aprile - 26.04.08

Naziskin a Verona - 06.05.08

Lettera aperta a Michele Pizzuto - 24.06.08

Contrada Tufarelle e Registro Tumori - 18.07.08

Consiglio comunale monotematico - 25.07.08

Il ritorno di Obi-One - 15.02.09

Il sonno della ragione genera mostri - 16.02.09

Il miraggio dell'assegno di cura e della dote per i primi nati - 03.03.09

Lo smascheratore smascherato - 03.06.09

Dieci domande alla dott.ssa Lombardi - 16.06.09

Lettera aperta all'assessore Caracciolo - 23.07.09

Bossi, l'inno nazionale e le anime belle - 22.08.09

Destra in crisi di identità - 12.10.09

Gruppo vacanze Calabria - 05.11.09

Siti di interesse nazionale


Aricolo 21 liberi di

Micromega

Società civile

Il sito ufficiale di Piero Ricca. L'uomo che diede del buffone o puffone al Cavaliere

Famiglia cristiana

Voglio scendere. Curato da Marco Travaglio, Peter Gomez

Democrazialegalita.it Periodico on-line diretto da Elio Veltri

Informazione.it Sito giornalistico che raccoglie notizie da altre testate della rete

La questione alquanto curiosa è che nella discussione che si sta sviluppando, e per certi versi anche avviluppando, sull’inceneritore in iter autorizzativo di Contrada Tufarelle, ci si ponga il problema se faccia più o meno male, se le biomasse saranno sufficienti a farlo funzionare o la compatibilità con la filiera corta; non mi sembra di aver ricevuto, invece, alcuna risposta alla semplicissima, forse banale, domanda sull'utilità di quella macchina.
Provo a ragionare. Un impianto come quello di Contrada Tufarelle avrebbe una sua ragion d’essere se servisse a risolvere realmente un problema. Se fossimo invasi, sommersi di biomasse e non sapremmo come smaltirle, ci troveremmo di fronte ad una situazione critica a cui sarebbe prioritario dare una risposta. Se al contrario avessimo penuria di biomasse ed un urgente bisogno di energia, analogamente una centrale termoelettrica sarebbe benedetta nella misura in cui potrebbe essere utile a coprire questo secondo bisogno. Ma noi non ci troviamo né nell’uno né nell’altro caso, nel senso che nessuno ha sollevato un’emergenza biomasse, né tanto meno qualcun altro ha fatto sapere che rischiamo il collasso energetico se non dovessimo attivare questa nuova centrale. E allora come si giustifica tutto questo attivismo? Domanda che ci poniamo da un bel po’ ed alla quale i soggetti interessati come amministratori non si sono ancora preoccupati di dare una risposta non sgangherata.


Vista la preponderante volontà della comunità canosina avverso la costruzione di un inceneritore a biomasse sul nostro territorio che viene puntualmente ignorata dai nostri amministratori i quali ci impongono la loro visione di sviluppo eco-sostenibile propinando la bontà di tale progetto per il bene della collettività, riteniamo sia doveroso riportare un documento, avvalorato da una copiosa bibliografia scientifica del Dr. Federico Valerio

L’uso di biomasse per la produzione di elettricità non è obbligatoria e la diffusione di questa scelta è sostanzialmente motivata dai sostanziosi incentivi pubblici dei Certificati Verdi.

La verità è che le biomasse sono un combustibile povero, economicamente ed energeticamente conveniente solo nelle circostanze che si verificano in paesi come la Svezia dove l’industria del legno produce grandi quantità di scarti e la morfologia del territorio permette il facile taglio e trasporto di questi materiali.

Peraltro, l’uso di biomasse a scopo energetico presenta problemi di impatto ambientale tutt’altro che trascurabili.
Oltre che alle emissioni di inquinanti convenzionali quali ossido di carbonio, polveri totali sospese e ossidi di azoto (Johansson, Tullin et al. 2003) occorre porre attenzione ad inquinanti meno convenzionali che si producono con la combustione di biomasse quali polveri sottili, (Johansson, Tullin et al. 2003), formaldeide (Olsson 2006), benzene (Schauer, Kleeman et al. 2001), idrocarburi policiclici aromatici (Kakareka, Kukharchyk et al. 2005), diossine (Hubner, Boos et al. 2005; Lavric, Konnov et al. 2005).

Anche se la maggior parte degli studi in corso riguardano l’impatto ambientale e sanitario derivante dall’uso domestico di biomasse nei paesi in via di sviluppo, recenti risultati segnalano rischi per la salute dovuti all’uso domestico di biomasse per il riscaldamento domestico anche in contesti sociali economicamente avanzati, con effetti sull’asma e sulla funzionalità respiratoria (Boman, Forsberg et al. 2003) e nel Canada (Montreal) si è riscontrato un aumento significativo del rischio di cancro polmonare in donne esposte ad impianti di riscaldamento e cucine a legna (Ramanakumar, Parent et al .2007).
Dal punto di vista dell’impatto ambientale la scelta di privilegiare l’uso di biomasse per la produzione di elettricità pone un altro problema: l’economia di scala.
Una centrale a biomassa per poter produrre elettricità a costi confrontabili con quelli in uso in Europa, deve avere una potenza pari a 20 megawatt elettrici (Bridgwater 2003). Questo significa fare arrivare all’impianto almeno 80.000 tonnellate all’anno di legna secca, ( ricordiamo che quello per cui è stato esperito iter autorizzativo a Canosa prevede di bruciare biomasse per110.000 tonn ) con 8000 camion e trovare una destinazione a circa 400 tonnellate di ceneri.

L’economia di scala comporta conseguenze non trascurabili anche sull’impatto ambientale in quanto la quantità di inquinanti emessi in atmosfera e ricadenti sul territorio sottovento sarà in proporzione alla quantità di biomassa utilizzata.
Pensiamo che sia inevitabile, una volta che questi piccoli impianti saranno stati realizzati, passati i cinque anni previsti, che i gestori richiedano sia il loro ampliamento che la possibilità di utilizzo di Combustibili da Rifiuto, combustibile di certo più facilmente disponibile, di potere calorifico più alto, il cui uso è permesso dalle normative nazionali ed europee e con prezzi probabilmente più bassi delle biomasse. Addirittura non è escluso, come già oggi avviene nei cementifici, che il produttore di CDR paghi il gestore degli impianti per la termovalorizzazione di questo singolare combustibile.
E se la combustione delle biomasse comporta certamente qualche problema, la combustione di CDR, anche della sola frazione biodegradabile, comporta certamente qualche problema ambientale e sanitario in più (Fernandez, Wendt et al. 2003).
Ci sembra utile concludere queste nostre osservazioni citando le conclusioni di un recente studio svedese che ha messo a confronto diversi combustibili per impianti di teleriscaldamento ( con produzione combinata di calore e elettricità) con una analisi del ciclo di vita (Eriksson, Finnveden et al. 2007). Sono stati messi a confronto l’incenerimento di rifiuti, la combustione di biomassa e di metano. Le conclusioni sono che l’incenerimento non è la migliore scelta e spesso è la peggiore se l’incenerimento (con teleriscaldamento) sostituisce il riciclaggio. Un impianto di cogenerazione a metano è una alternativa interessante se l’elettricità prodotta è in sostituzione di elettricità prodotta da combustibili fossili. Se il paese in esame fa un prevalente uso di fonti energetiche non fossili (nucleare, idroelettrico, solare, eolico) l’uso energetico delle biomasse è da preferirsi al metano. Non ci sembra che quest’ultima condizioni riguardi il nostro Paese.

Dr. Federico Valerio
Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro
Servizio Chimica Ambientale

Volutamente si è voluto riportare integralmente l’articolo scientifico di cui sopra, non parafrasando lo stesso e attribuendosi immeritate citazioni per non essere definito da coloro che “si fanno carico dei problemi della Polis“ con i consueti appellativi di ambientalisti malpensanti, prevenuti e con pregiudizi che ultimamente si è soliti attribuire a coloro che hanno sviluppato opinioni diverse dall’attuale fervore pro inceneritori a biomasse che aleggia sulla città.

A voi tutti le dovute conclusioni

Axel

Pubblicato il 08.01.10 h 13:15
Modificato il 06.01.10 h 13:15

Fantapolitica - Meno male che Francesco c’è Prova di collegamento ad un DB

Prova di collegamento ad un DB