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La strana storia del sindaco di Minervino


Giorgio Ambrosoli
Uno strano sodalizio unisce il sindaco ex-PD di Minervino Murge, che continua ad essere sostenuto da una maggioranza non più in linea con le sue recenti adesioni politiche, a quello tutto PDL di Canosa di Puglia. Anche se sulla questione dell’inceneritore SOLVIC le posizioni dei rispettivi consigli comunali sono significativamente diverse.
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Tra i personaggi politici della BAT, quello che attizza non poco le curiosità dei blogger che si occupano di politica, è sicuramente l’attuale sindaco di Minervino Murge, Roccotelli dott. Luigi (come solitamente si scrive sugli elenchi degli abbonati al telefono). Un professore, almeno lo chiamano così in quel di Minervino, la cui storia politica – a volerla ricostruire da internet – sembra iniziata nel giorno in cui ha sconfitto, a capo di una composita alleanza di centro-sinistra, i quattro contendenti che avevano osato sfidarlo. Minervino è tradizionalmente terra di sinistra e per il Roccotelli non deve essere stato difficile imporsi, considerata la maggioranza schiacciante con cui ha prevalso, senza che ciò tolga niente al suo valore personale aggiunto.
Alleanza composita, ma anche un tantino sgarrupata e rapporti non idilliaci con la coalizione che lo ha sostenuto, vista la revoca della delega ad un assessore ad un anno di esercizio della giunta ed una composizione travagliata fin dall’inizio senza che mancassero pubblici lai del sindaco al grido di “questi non mi fanno lavorare”. Roccotelli accusa la vecchia politica di non volersi arrendere al nuovo, farsi da parte, e così l’ex-sindaco Della Croce (evidentemente molto potente all’interno del PD) diventa una sorta di nemico giurato verso cui non manca di indirizzare i suoi strali.
Matrimonio infelice, divorzio inevitabile, che avviene a circa due anni dalla sua elezione a sindaco ed in occasione delle Provinciali del 2009, con le quali si candida come consigliere nella lista di centro-destra “Ventola presidente”. Si sapeva già tutto ed il suo passaggio (tra l’altro annunciato tra le righe in un comizio dallo stesso Ventola) non sortisce particolari sorprese o imbarazzi. Lo fa annunciando pubblicamente l’abbandono del PD, anche se non aderisce al PDL; si mantiene un passettino dietro, volendo rimarcare, forse, la sua natura di uomo al di sopra o al di fuori delle parti. In pratica, scarica la responsabilità della separazione sulla vecchia guardia del Partito democratico, assetati di potere, di posti al sole e di poltrone, tanto da avergli impedito di realizzare come avrebbe voluto il suo programma elettorale. Descrive il partito di cui aveva fatto parte fino al giorno prima, come un’accolita di spietati succhiatori di sangue, tutti riuniti sotto quelle insegne per meglio tutelare i propri interessi, assalitori della diligenza pubblica senza moralità e senza il minimo senso del “bene comune”, della “solidarietà” e della “sussidiarietà”. Un partito che considera sclerotizzato, irremovibile nella sua staticità. Ergo, Roccotelli va via senza tanti complimenti ed inizia un’esperienza nuova. Non dice dove, però. Così come non fa sapere che si sta candidando con la destra nella lista del presidente.
Il resto è storia recente. Le Provinciali sono un successo per lui. Diventa consigliere provinciale e, dopo, capogruppo della sua lista. Il 17 agosto torna alla carica e diffonde un altro dei suoi sferzanti comunicati stampa. L’oggetto non cambia: il PD, di cui chiede esplicitamente le dimissioni dei cinque consiglieri comunali. Quello che sta accadendo è un fenomeno piuttosto curioso. Al Comune di Minervino i consiglieri sono 20. Dopo le ultime elezioni, la lista di Roccotelli (quella dell’Ulivo) ha conquistato 14 seggi, lasciandone solo 6 alle opposizioni. L’ultima strambata del sindaco ha scombussolato le carte, ma anche i numeri. Roccotelli nella sua lettera non è chiaro, ma sembrerebbe che i sei dell’opposizione non sono entrati in maggioranza, mentre la maggioranza ne ha persi 5 (quelli del PD) che, a quanto pare, non hanno ancora sfiduciato il sindaco, ma lo tengono (per così dire) in frigorifero. Se la politica fosse una scienza esatta, in una situazione come questa il fuoco sacro e l’ordalia delle elezioni anticipate sarebbero inevitabili: basterebbe solo che i consiglieri di opposizione, uniti ai cinque del PD, si dimettessero. In realtà ciò non accade. Quelli che dovrebbero essere i suoi naturali avversari, sono – almeno stando alle insegne - suoi alleati in consiglio provinciale. Gli altri, quelli che dovrebbero sostenerlo per alleanza elettorale, sono all’opposizione alla Provincia. Per farlo decadere occorrerebbe una strana alleanza tra destra e sinistra minervinese, ma ciò è realisticamente impossibile, i contraccolpi arriverebbero fino alla presidenza della BAT. Roccotelli è come avvolto e protetto da un cuscinetto d’aria. Ciononostante alcuni conti non tornano. Logica vorrebbe che a fronte di un evento politico di tale portata si andasse ad elezioni anticipate, se non altro per una questione di chiarezza. Non si capisce, ad esempio, se i consensi del sindaco sono tutti personali o di appartenenza. La prova che Roccotelli dice di aver superato, è impropria: non si possono considerare le elezioni, di qualsiasi tipo esse siano, un sondaggio o, nel caso peggiore, un plebiscito. Ogni tornata ha uno specifico in sé e bisogna rispettarlo, pertanto chiarire subito le posizioni alle urne è fondamentale per capirci qualcosa.
E poi ci sono posizioni politiche assunte dal Roccotelli che all’osservatore non minervinese appaiono quanto meno stupefacenti. Nella sua ultima lettera emerge un tratto specularmente opposto a quello di Canosa. A detta di Roccotelli, i consiglieri del PD sarebbero favorevoli all’inceneritore della SOLVIC ed alla discarica della Blue (cosa che suona stranissima ad un canosino). Dagli atti del Comune tale affermazione è suffragata solo parzialmente. Sta comunque di fatto che Roccotelli si pronuncia ampliamente e diffusamente contro tali impianti e lo fa con le delibere. Una posizione strana se si considera la sua adesione alla lista Ventola. I due tennero mesi fa una conferenza stampa negli uffici del sindaco, che non era ancora presidente, per ribadire la netta contrarietà al progetto della Blue, ma dopo, a parte gli appuntamenti elettorali, non si son visti molto insieme e rimane comunque un mistero come Roccotelli interpreterà le posizioni dell’amministrazione canosina, visti gli atti recenti. Io gliel’ho chiesto. Ho infatti inviato una mail al suo indirizzo pubblico, quello che compare su wikipedia per intenderci, il 19 agosto. Si è trattato di due semplici domande che Vi riporto di seguito:

Con le delibere del Consiglio comunale del 20.07.09 vi siete espressi in maniera piuttosto categorica sull'insediamento dell'inceneritore della SOLVIC con motivazioni condivisibili. Sicuramente saprà che il consiglio comunale di Canosa ha invece adottato una formula diversa dalla vostra, dimostrandosi possibilista sull'impianto. Considerato che di fatto alla Provincia Lei è organico alla maggioranza che ha espresso il presidente, come ritiene che sia conciliabile la sua posizione e quella del Comune che Lei rappresenta con quella che di fatto esprime il suo presidente?

In passato Lei si è espresso molto negativamente sulla bozza presentata dalla Regione sull'area da destinare a Parco dell'Ofanto, trovandosi sostanzialmente d'accordo con quanto sosteneva l'attuale presidente della nuova provincia. In quell'epoca il circolo del PD di Canosa difendeva a spada tratta il progetto originario della Regione, anche perché vi vedeva un argine all'eventuale espansione degli impianti "industriali" di Contrada Tufarelle. Grazie anche a quella riperimetrazione da Lei in qualche modo auspicata, i pericoli non sono affatto scongiurati. Ha qualche ripensamento su quelle sue vecchie posizioni o le sosterrebbe ancora oggi come ha già fatto in passato?

Il sindaco di Minervino, al contrario di altri, ha risposto alle domande con tempismo eccezionale, con preghiera di non diffondere il contenuto delle sue affermazioni. Pertanto, dovendo rispettare la sua volontà di cittadino, prima ancora che di personaggio pubblico, non posso rivelare testualmente quanto esternato, la prenderò come una comunicazione privata avvenuta utilizzando un canale istituzionale (l’indirizzo di e-mail ufficiale). Tiene comunque a precisare che per posta elettronica preferisce non comunicare mai. Per la prossima volta mi attrezzerò con i segnali di fumo, nella speranza che siano visibili fin lì. E’ un vero peccato che ancora alcuni politici dimostrino questa sorta di idiosincrasia verso tutto ciò che è nuovo. Rimane il fatto che dovendo rimanere al contenuto della risposta, non posso dichiararmi soddisfatto da quella fornita da Roccotelli, specie nella parte relativa all’inceneritore a biomasse. Il tutto lo si rimanda ad una ipotetica discussione nel nuovo consiglio provinciale che sappiamo non ci sarà mai, in quanto la pratica è e rimane di pertinenza della provincia di Bari e non della BAT, essendo già stata avviata la Conferenza di servizi. Ma rimane soprattutto misterioso il punto politico, a cui ovviamente il sindaco di Minervino non risponde, come è misteriosa la schizofrenia politica di un tale che riesce a sedersi in due consessi differenti pretendendo in una l’appoggio di una coalizione di sinistra e nell’altra non fare una grinza nell’appoggiare una di destra.

Pubblicato il 20.08.09 h 14:20
Modificato il 27.08.09 h 22:55

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