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Il tavolo tecnico


Giorgio Ambrosoli
Nel precedente post ho fatto riferimento ad un documento dell’ENEA sul quale l’Amministrazione comunale ha posto una sorta di veto alla diffusione, essendo rimasto tra le segrete carte e violato solo grazie all’intervento dei soliti noti.
E’ interessante, alla luce del quadro dipinto dall’ente di Stato, ripercorrere, sia pur per sommi capi, la storia di quel monitoraggio e raffrontare le dichiarazioni a volte roboanti di certi nostri politici, con i fatti che si sono susseguiti e che puntualmente hanno smentito le migliori intenzioni.
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A dar le mosse alla vicenda, almeno stando alla documentazione in nostro possesso, è stata un’interrogazione presentata dal Partito Democratico il 10 gennaio 2008, a qualche mese, cioè, dall’insediamento di Francè per la seconda volta sullo scranno di sindaco. Si tratta di sei secchi quesiti in cui si chiede se il Comune si sia mai attivato per effettuare in proprio, o affidandosi ad altre strutture pubbliche o private, controlli in Contrada Tufarelle per stabilire il grado di inquinamento delle falde acquifere, dei terreni e dell’aria.
La risposta, come al solito puntuale rispetto ai termini di scadenza, giunge a quasi due mesi esatti (il 12 marzo) a firma dell’architetto Lucente, responsabile del Servizio Ambiente. Vi si legge che “azioni di monitoraggio frequenti sono state effettuate - e continuano ad esserlo – dagli organi competenti” . Più in basso si entra nei dettagli e si rivela il nome dell’ente che si sta occupando dei rilievi: “in particolare, gli ultimi controlli in ordine cronologico, realizzati dall’ARPA Puglia – Dipartimento provinciale di Bari – hanno comportato prelievo ed analisi di campioni di acqua di falda insistenti nella Contrada, rilevando che” (a questo punto lo scritto dell’architetto Lucente si interrompe per lasciare la parola ad un virgolettato ripreso direttamente da una relazione dell’ARPA in cui sostanzialmente si rassicurano gli estensori dell’interrogazione) “i valori dei parametri relativi alla Falda acquifera in esame, pur evidenziando lievi e fisiologiche oscillazioni sia di natura organica che inorganica, rientrano nei Valori Limite stabiliti dall’All. 5 Tab. 2 del D. Lgs. 152/2006”
Segue conclusione rassicurante da parte del dirigente: “non sono emerse situazioni tali da lasciar supporre gravi inconvenienti di natura ambientale nelle zone controllate” . La comunicazione potrebbe chiudersi qui. D’altronde se il dirigente del Servizio Ambiente assicura che i controlli si fanno regolarmente e che gli esiti non destano particolari preoccupazioni, dovremmo stare tutti tranquilli e riposare fra due guanciali. Invece si aggiunge una postilla che sembra un tantino in contraddizione con l’incipit della lettera, ovvero si fa sapere che “al fine di approfondire e completare tali azioni di controllo, inoltre, questo Comune ha indetto apposita Conferenza di servizi” . Ma i controlli effettuati regolarmente non dovevano essere esaustivi già di loro? A che serve una Conferenza di servizi? Non viene detto se non con una formulazione vaga; non si entra nel dettaglio della quantità e della qualità delle rilevazioni effettuate dall’ARPA o dei pozzi monitorati.

La Conferenza di servizi è prevista per il giorno 02 aprile del 2008, ma si innesca subito una polemica: le due associazioni ambientaliste portatrici di interessi diffusi, non vengono invitate, nonostante lo abbiano chiesto ufficialmente . Parteciperanno invece le aziende che in Contrada Tufarelle hanno interessi particolari, gli stake-holder. In seno a quella riunione avvengono accadimenti piuttosto movimentati, un consigliere comunale d’opposizione (Gianni Quinto, PD) tenta di forzare il blocco imposto dal sindaco cercando di entrare nella saletta dove erano riuniti i convenuti, ma con scarso successo.

A tempo di record, in serata, il sindaco fa già pubblicare gli esiti dell’incontro dal suo ufficio stampa, con alcuni passaggi del suo comunicato alquanto interessanti. Scrive infatti: “La questione di contrada Tufarelle, come emerso nei diversi momenti e contesti che ne hanno caratterizzato l’evoluzione, ha sempre mancato di un coordinamento delle attività di controllo e monitoraggio, per le diverse ed autonome competenze dei soggetti interessati ed in ragione delle iniziative giudiziarie che hanno in qualche modo condizionato il percorso” .
Non dice che i controlli non sono mai stati effettuati, più semplicemente ammette che nessuno si è mai preoccupato di renderli sistematici e razionali. Se colpa c’è, non è ovviamente sua, non è di nessuno, ma solo di stati di fatto che ne hanno oggettivamente rese impossibili le esecuzioni, in specie i diversi enti, tutti autonomi e nessuno dei quali riferibili al sindaco, nonché le iniziative giudiziarie. Intrigante la partecipazione del prof. De Bertoldi, già consulente del Comune e del Tribunale, che ora dovrebbe lavorare fianco a fianco con le ditte Bleu e COBEMA, ovvero le stesse con cui era entrato in collisione quando aveva lavorato per i PM, con la differenza che allora erano sedute sul banco degli imputati. Del prof. De Bertoldi quella è stata l’unica citazione, di lui non si sentirà più proferirne il nome, eccezion fatta per una gita in una località tedesca per vedere da vicino un inceneritore. Uscirà di scena in punta di piedi, tanto in punta che non si sapranno nemmeno le reali motivazioni per cui lasciò.
Ma il sindaco è soddisfatto di quell’incontro. Ritiene che sia “un momento ed un risultato importante”, perché “apre una strada nuova. Attraverso un protocollo d’intesa di cui abbiamo già concordato i contenuti sostanziali, sarà istituito un tavolo tecnico composto dai rappresentanti delle Istituzioni e delle Aziende coinvolte che al fine di realizzare indagini mirate al controllo ed al monitoraggio dell’ecosistema di Contrada Tufarelle” (riporto integralmente, sgrammaticature comprese). Siamo ancora al 2 aprile 2008. Molta acqua dovrà ancora scorrere sotto i ponti prima che il Tavolo tecnico acquisisca una sua fisionomia e possa operare. Nel frattempo le due associazioni ambientaliste che allora, in accordo ed in armonia, fungevano da spina nel fianco dell’Amministrazione, convocano per il 19 aprile il forum ambientale in cui ribadiscono la loro “ferma volontà di divenire parte integrante del tavolo tecnico”.
Ovviamente la richiesta verrà disattesa dal sindaco, che non mostrerà alcuna intenzione di lasciare loro un posto, salvo cambiare, a meno di un anno, il suo atteggiamento verso una delle due (Legambiente) il cui presidente, dott.ssa Lombardi, troverà spazio nella personale lista civica del Ventola alla Provinciali del 2009, finendo prima dei non eletti, prontamente ripescata in giunta come assessore. Non avrà la delega all’ambiente (come sarebbe stato più logico, se vogliamo) ma si occuperà di servizi sociali.

La saga del “Tavolo tecnico” riprende con una nuova puntata a distanza di qualche mese. Il 28 luglio, infatti, viene sottoscritto un "Protocollo d’intesa per il coordinamento e l’integrazione delle attività di monitoraggio e controllo ambientale”. Firmatari sono il Comune di Canosa, la Regione Puglia (Assessorato all’Ambiente, si spera), la Provincia di Bari (anche in questo caso non è specificato l’assessorato), la famigerata ARPA (la stessa che ricorre in ogni situazione a rischio e che puntualmente non riscontra anomalia alcuna), l’Ufficio Igiene della ASL BAT e le aziende esercenti gli impianti di discarica, ovvero Bleu, SOLVIC e COBEMA (di quest’ultima la discarica è stata dichiarata esaurita).
L’aspetto più curioso dell’intera vicenda è proprio questo, il fatto che al tavolo dei controllori (almeno così dovrebbe essere, anche se nessuno ha mai parlato specificamente di una funzione tale) sono invitati anche i controllati. E che controllati. Tutte le aziende in questione, SOLVIC compresa, sono state assoggettate ad inchieste giudiziarie per questioni inerenti l’esercizio della loro attività proprio in Contrada Tufarelle. Dopo sono state tutte regolarmente assolte. Parte dei documenti sono perfino depositati negli uffici comunali. Sarebbe, per fare un esempio, come se Bernardo Provenzano venisse invitato a far parte della Commissione Antimafia.
Ma questa palese contraddizione ed illogicità non sembra turbare Francè, il quale si lascia andare a commenti a dir poco entusiasti. A chiosa dell’incontro infatti fa registrare ai cronisti: “La Città di Canosa avrà finalmente un bilancio ambientale dell’area di Contrada Tufarelle grazie ad una collaborazione tra i diversi soggetti deputati alle attività di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Il coinvolgimento delle aziende non potrà che facilitare le diverse attività trovandosi esse stesse ad essere affiancate dagli enti di controllo. Sarà, questo, un primo risultato importante perché ci consentirà di conoscere la effettiva condizione dell’ecosistema di Contrada Tufarelle” (scusate ancora la grammatica oscillante).
Tra gli obiettivi che il tavolo tecnico si prefigge vi è la “definizione di uno specifico piano di monitoraggio e controllo ambientale”, nonché la “divulgazione, con apposite pubblicazioni e/o iniziative pubbliche, dei dati ambientali”. Avete mai avuto il piacere di osservarne qualcuno da vicino?

In realtà, dopo quel grande annuncio, lo sbandieratissimo Tavolo tecnico invocato dal Ventola come panacea contro tutti i mali, si eclisserà. Il prof. De Bertoldi - già non citato nel comunicato stampa del 26 luglio, non è noto se per assenza giustificata o per giubilazione avvenuta - sparirà definitivamente. Di documenti e di pubblicazioni apposite non se ne vedranno, se non quelle agiografiche che lo stesso Ventola ha interesse a far circolare, nelle quali si raccontano le inenarrabili gesta di Francè.
La questione torna di attualità quasi un anno e mezzo dopo, allorquando il sindaco e, segnatamente, tutta la sua amministrazione (questa volta appoggiati da una vocazione straordinaria al martirio da parte di Legambiente), nel tentativo maldestro di non passare come gli inquinatori principali di Contrada Tufarelle, cercano di salvare capra e cavoli, spingendosi all’inverosimile fino alle soglie del ridicolo, sostenendo che in quella contrada non c’è inquinamento e che sarebbe utile disporre di una centrale termoelettrica a biomasse.
Francè lo dice, ma il vice-sindaco Caracciolo ha perfino l’ardire di scriverlo. E cita per l’occasione uno studio dell’ENEA, ma dimentica di leggerlo tutto e ricorda a memoria la sola parte in cui si riconosce che i prelievi effettuati dall’ARPA non hanno mostrato alterazioni tali delle falde acquifere da far pensare ad un conclamato stato di contaminazione. Di quel documento sapete già tutto. Esso è una sorta di pietra miliare che può guidarci tra le bugie, le approssimazioni, la superficialità che stanno caratterizzando gli anni dell'epoca franceschina, su una questione che riguarda la pubblica salute. Ai posteri la sentenza.

Pubblicato il 18.01.10 h 22:14
Modificato il 18.01.10 h 22:14

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