Home - pageS. Giorgio VillageContrada TufarelleLocaleNazionaleBlogContattaci

Giorgio Ambrosoli

Angelo Vassallo

Siti di interesse locale

Nino Imbrici blog

Agostino Di Ciaula blog - La voce degli invisibili

Leonardo Mangini blog

Comune di Canosa di Puglia

Canusium

Associazione sportiva Canusium

Campi diomedei

Presepe vivente

Canosa presepi

Canosa - sito in allestimento

Promozione del vino DOC

Giuseppe Cioce, consulente finanziario indipendente

Articoli per altri siti

Forum e nik name - 09.07.07

Pizzuto presidente del Consiglio comunale - 13.07.07

Registro tumori 1 - 29.11.07

Registro tumori 2 - 11.12.07

S. Giorgio Village - 04.01.08

Emergenza rifiuti in Campania - 06.01.08

Siti di interesse nazionale

Una storia poco chiara

E’ grande la confusione sotto il cielo, ma la situazione non è per nulla eccellente.

Mercoledì 11 dicembre è stato arrestato un assessore andriese della giunta Giorgino, Francesco Lotito, nell’ambito di un’inchiesta più ampia aperta dalla Procura di Monza sulla ditta Sangalli. L’accusa è di corruzione. Secondo gli inquirenti, al Lotito era stata promessa una tangente di circa un milione di euro, dei quali 700 mila già versati, per truccare la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani nei Comuni di Andria e Canosa di Puglia, ritagliando un bando su misura all’azienda Sangalli risultata poi vincitrice.
L’avvenimento ha suscitato una certa eco, in quanto l’ATI Sangalli – Ecolife gestisce da più di un anno il servizio di raccolta rifiuti in queste due città, non senza polemiche e rilievi per la qualità delle sue prestazioni. Inoltre l’ATI Sangalli – Ecolife è stato da poco gratificato di una nuova dote: l’estensione delle sue attività oltre il perimetro originario dell’appalto. La magia si è resa possibile dopo che l’ARO BAT 2 si è costituito in un nuovo ente, l’Unione dei Comuni, e l’appalto della città di Spinazzola, scaduto, è rientrato automaticamente in quello dell’ARO. In realtà, il capitolato d’appalto della precedente gara aveva costi e clausole ben definite. Il suo ampliamento (l’aggiunta di una terza città) ha alterato (anche se in maniera poco sensibile) i contenuti del contratto già sottoscritto, rendendo necessaria una rinegoziazione. Se sia stato regolare farlo senza bandire una nuova gara lo appureranno forse i magistrati, visto che il sostituto Maralfa ha un fascicolo aperto già da qualche anno alla Procura di Trani, al quale si è sovrapposto l’indagine di Monza.
Tale nuovo affidamento è avvenuto senza che si siano ancora definiti completamente gli organi statutari dell’Unione. Non sono stati ancora eletti i consiglieri, che devono essere indicati dai Consigli comunali nella misura prevista dallo Statuto stesso. In mancanza di tale organo non sarebbe possibile, per la Giunta, deliberare alcunché, secondo l’art. 10 dello Statuto da loro stessi approvato: “Il Consiglio esercita funzioni di indirizzo, programmazione e controllo politico-amministrativo”. Ci chiediamo tutti come abbia fatto la Giunta a prendere importanti decisioni se non erano ancora state definite le linee programmatiche generali, così come appare molto discutibile la nomina a presidente del sindaco di Andria avv. Nicola Giorgino, visto che è avvenuta per decreto del commissario ad acta e non per elezione da parte del Consiglio (art. 7 dello Statuto dell’Unione). Ma violare lo Statuto sembra sia quasi un’abitudine della Giunta. Tra le materie di stretta competenza del Consiglio vi è la “regolamentazione delle misure indicate dall’art. 198 comma 2 del D. Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., con particolare riferimento alle modalità di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani”. E cosa fa la Giunta dell’Unione il 30 ottobre 2013? Una delibera, la nr. 3, con la quale si approva “la proposta di regolamentazione di assimilazione dei rifiuti speciali non pericolosi a rifiuti urbani”, quello cioè che avrebbe dovuto fare il Consiglio.
Alla luce delle inchieste dei magistrati brianzoli, emerge un problema politico non da poco. Il presidente dell’Unione dei Comuni è, come detto, l’avv. Giorgino, cioè il sindaco di Andria, cioè il diretto superiore di quel Francesco Lotito, assessore all’Ambiente, finito sotto inchiesta per corruzione. E, guarda caso, la gestione dei rifiuti, causa dei problemi dell’ass. Lotito, è magna pars nell’Unione, come riportato nello Statuto all’art. 2, per il quale tutte le funzioni esercitate sono in “materia di servizi del ciclo dei rifiuti inerenti lo spazzamento, la raccolta, il trasporto, la commercializzazione”.



Se, come sostiene qualcuno, il contratto con l’ATI Sangalli – Ecolife va disdetto in quanto le procedure per addivenirci sono state viziate da un appalto finito sotto i riflettori della Magistratura, bisognerà avere anche l’onestà intellettuale di riconoscere che non è possibile accettare un rapporto così impegnativo sul piano amministrativo, con uomini responsabili quantomeno politicamente di questa brutta storia diventata esplosiva.
Pensandoci bene, quell’appalto non fu mai del tutto convincente, ad iniziare dall’anticipazione di un nuovo meta-ente, l’ARO, benedetto dalla Regione Puglia e preso dopo ad esempio nella legge di riforma della gestione rifiuti. Era in contrasto con uno dei parametri di determinazione dell’ecotassa regionale sul conferimento in discarica: l’ambito di raccolta. Per poter godere di una riduzione dell’ecotassa regionale, era necessario che il sistema di raccolta dei rifiuti avesse un gestore unico del servizio per tutto l’ATO, e non per l’ARO (ricordo che l’ambito dell’ATO è abbastanza più esteso di quello dell’ARO). Se creare un ARO ante litteram voleva significare risparmiare sul servizio, di certo non si ottiene nulla di importante in fatto di ecotassa affidandolo ad un unico gestore per due città. Se poi prendiamo in considerazione il valore dell’appalto complessivo e lo confrontiamo con la somma dei costi dei due contratti precedenti, non si scoprono grandi differenze. Quindi a che cosa è servito unificarli?
Il secondo elemento che ha reso anomalo il bando è stato la stazione appaltante; non i Comuni – per legge sono loro ad occuparsi di raccolta e spazzamento – ma l’ATO, che dovrebbe rispondere invece dello smaltimento. L’assessore Lotito è accusato dai Pubblici Ministeri di aver predisposto un bando ad hoc per Sangalli. Ma formalmente chi si è occupato di tutte le procedure non è stato l’assessore del comune andriese, bensì l’ATO. A quale titolo il Lotito, che non avrebbe dovuto c’entrare niente con l’ATO, definisce requisiti richiesti pro domo sua per le aziende partecipanti? Era dotato di capacità tecniche notevoli? Non è noto e l’intera vicenda, nella sua evoluzione, sembra poggiare su basi fragilissime. Se è vero e dimostrato che quello che l’assessore aveva nelle buste, nei suoi incontri con gli emissari Sangalli, non erano lastre radiologiche ma banconote fruscianti, sarebbe opportuno anche chiedersi come facesse questo signore a fare tutto da solo: preparare gare d’appalto farlocche; scegliere le aziende adatte; convincere i dirigenti dell’ATO a bandire la gara così come l’aveva pensata lui; convincere i sindaci non di una, ma di due città ad accettare il pacchetto così come il Lotito lo aveva confezionato; esigere una tangente milionaria; incassarne quasi i tre quarti senza che nessuno si accorgesse di nulla facendoli letteralmente fessi. Potrebbe mai un uomo solo essere così furbo in un mondo notoriamente popolato da gran volponi?

Sabino Saccinto

Vers. pdf
Pubblicato il 30/12/2013 h 11:20:07
Modificato il 15/01/2014 h 16:32:37

Condividi su Facebook

Riproduzione riservata

Registrati ed avrai la possibilità di commentare i post e di ricevere per e-mail un avviso di aggiornamento del sito.

Dueparole.eu é anche su Facebook