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Giorgio Ambrosoli

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Strenne di fine anno 2

Fantapolitica vers. 3 Sembra quasi un combinato disposto. Tre enti che bandiscono concorsi a fine anno ed una marea di ricorsi con coda nella Provincia BAT, che si proponeva di nascere come virtuosa ed invece si sta trasformando in una fucina di scandali.
Fantapolitica vers. 3
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Fantapolitica vers. 3 La saga dei concorsi di fine anno non finisce ai Comuni di Minervino, Spinazzola e Canosa, che hanno approfittato anch’essi del clima natalizio per infilare qualche neoassunto nella Pubblica Amministrazione. Sconcerta, ed in un qualche modo rappresenta una novità, il numero dei concorsi concentrati in così poco tempo, e il personale che è risultato poi vincitore: mai tanti così politicamente caratterizzati o referenziati. Se a questo aggiungiamo la coda sfociata nelle assunzioni alla Provincia, attingendo a graduatorie da poco istituite nei Comuni in virtù proprio di quelle prove e secondo logiche a dir poco discutibili, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un combinato disposto di fine anno sicuramente unico nel suo genere, che pericolosamente potrebbe essere preso a modello: una pietra miliare di un nuovo corso in cui chi detiene un seppur minimo potere, smania credendo di poter piegare le leggi alle proprie esigenze e comodità.
Nei fatti, le mosse riprendono con un atto stimolato dal presidente della Provincia (la delibera della Giunta provinciale n. 210 del 31.12.2010) con il quale si autorizza il dirigente del Settore Personale ad attingere alle graduatorie dei Comuni della BAT per assumere cinque unità.
L'accaduto è descritto in un esposto che un consigliere provinciale del Partito Democratico, Andrea Patruno, ha presentato per denunciare le presunte irregolarità. La decisione ha un qualché di bizzarro, se si considera che proprio la Provincia aveva indetto da poco concorsi, anzi, lo aveva fatto prima dei Comuni di Canosa e Minervino. Gli strumenti legislativi invocati dalla Giunta, sono state le leggi finanziarie del 2003 e 2004, di quando nel pieno della prima era Tremonti, lo Stato si era posto l’imperativo categorico di risparmiare. Si inventarono il blocco delle assunzioni, con eventuale ricorso alla mobilità nel caso in cui si sarebbero create situazioni di fabbisogno da un lato, compensabili con altre di esubero dall'altro. Doveva trattarsi di una misura temporanea in attesa di un regolamento da emanarsi. Atto mai arrivato, che ha consentito, fino al 2010, di effettuare assunzioni anche utilizzando le graduatorie di pubblici concorsi approvate da altre amministrazioni, previo accordo tra le amministrazioni interessate.
Francè ha solo colto la palla al balzo, anche se alla sua maniera, facilitato dall’essere, in un caso, contemporaneamente la figura rappresentativa dell’ente cedente il personale e quella di quello acquirente, in pratica doveva accordarsi con se stesso; negli altri si trattava di amici che non avrebbero detto no. D’altronde è così, Francè trova sempre il modo per soddisfare i suoi desiderata sgattaiolando. Se si analizzano attentamente gli atti delle sue Amministrazioni, ci si rende conto che a lui sfugge il senso di una legge, e quanto prodotto sembra più il parto della mente di un azzeccagarbugli avvezzo ad invocare articoli e commi per adattarli alle esigenze proprie, che il frutto di un’interpretazione genuina e disinteressata.
Il caso di cui ci occupiamo è un esempio di scuola. Le leggi finanziarie del 2003 e 2004 si ponevano, tra l’altro, l’obiettivo di contenere il più possibile la spesa delle pubbliche amministrazioni, ricorrendo anche all’istituto delle mobilità per ottimizzare le risorse, per fare in modo che la spesa per il personale si riducesse. Presupponevano che amministrazioni che si trovassero nella situazione non favorevole di conti scassati insieme a deficit di personale, potessero trarre un boccone di ossigeno attingendo a costo zero a graduatorie di altri enti.
Una situazione non propria della Provincia retta da Francè, che infatti cosa fa? Prima indice concorsi per creare ex-novo graduatorie, poi, visto che la legge – almeno nel loro modo di interpretarla – lo consentirebbe, assumono personale da altre amministrazioni giocando facile, considerato che l’unico vincolo posto è quello dell’accordo tra glie enti, problema che non si pone assolutamente. E pensare che il Comune di Canosa, ad esempio, aveva giustificato i concorsi di fine anno invocando un’urgenza quasi estrema nel fabbisogno di personale. Come sia conciliabile la cessione ad altri enti di vincitori di propri concorsi con l’urgenza di averli banditi, è un altro di quei misteri misteriosi che speriamo un giorno ci venga spiegato.
A rendere sospetta l’intera vicenda si aggiungono i nomi di coloro i quali son risultati primi nelle graduatorie. Un assessore in carica vincente in quel di Minervino e poi assunto in Provincia, la moglie di un consigliere comunale idonea in un’altra graduatoria, un ex-assessore che l’ha spuntata a Spinazzola, il figlio di un dirigente della Provincia assunto anch’egli in Provincia dopo essere risultato vincitore nel Comune di Minervino. E non finisce qui. E’ accaduto, perfino, che partecipanti al grande concorso della Provincia si siano ritrovati bocciati alla prima prova per poi finire ad occupare quegli stessi posti per effetto dei movimenti ideati da Francè. Insomma, un tourbillon incredibile sul quale è difficile pensare che dietro non ci sia stata un’astuta regia, una combinazione di eventi forse irripetibile. Eppure è allo stesso tempo non semplice dimostrare che qualcuno abbia truccato le carte, anche se l’effetto finale appare inequivocabile.

Pubblicato il 03.05.11 h 10:37
Modificato il 03.05.11 h 11:17

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