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I magici concorsi della BAT

Fantapolitica vers. 3 Prime prove di assunzione alla BAT, prime polemiche. Un’altra storia finita sui giornali con contorno di ricorsi davanti al TAR. Di nuovo Francè nella bufera.
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Fantapolitica vers. 3 La sesta provincia pugliese, la BAT, non ha ancora compiuto i due anni di vita dall’insediamento del suo primo presidente, nonché sindaco di Canosa, Francesco Ventola. Ma, a dispetto di alcune sue entusiastiche e recenti dichiarazioni, non possiamo esimerci crudelmente dall’osservare che i motivi per i quali si parla di lui - anche a livello nazionale, e non è un bel parlare - sono ben più prosaici rispetto a quelli che preferisce accampare. Fino ad ora, di produttivo ha combinato ben poco, di eclatante ha già fatto molto. Si è fatto conoscere con la proposta di sponsorizzare i banchi nelle scuole e non son mancati i fondi sulle maggiori testate nazionali; ha continuato con le spese folli per arredare il suo ufficio e quello della sua segretaria, lasciando che perfino Stella lo citasse sul Corriere, e, a degna coronazione, i primi concorsi alla Provincia lo hanno definitivamente impalmato. Sarà pur vero, come lui sostiene, che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, ma al momento di alberi caduti ne abbiamo osservati più di uno, mentre stentiamo a scorgere non già una foresta, ma anche solo qualche piccolo boschetto.
L’ultima creatura partorita dalle inesauribili menti di Francè e compagnia, è il super concorso, lo stesso con il quale aveva previsto di rimpolpare gli organici (a suo dire) terribilmente a secco e consentire al nuovo ente di spiccare il volo, dare l'agognato colpo d’ali. Il problema è che Ventola ha forse esagerato un po’, concentrando tanti concorsi in così poco tempo (il tutto si è svolto nel giro di pochissimi mesi) ed operando avventurosi magheggi con le graduatorie, in modo da far assumere in Provincia personale che aveva superato concorsi nei Comuni (Canosa e Minervino Murge); esponendo terribilmente il fianco a critiche piovute da tutte le parti per via di frotte di vincitori amici o amici degli amici: un assessore della giunta comunale del sindaco Ventola vincitore a Minervino e il figlio dell’ex-capo dell’Ufficio Tecnico di Canosa, spostati già da qualche mese in Provincia. Altri legati a personaggi noti della politica. Insomma, pur volendo essere garantisti integrali, riesce alquanto difficile credere che solo un nesso di casualità abbia potuto produrre così simili prodigi e tutti insieme, il sospetto che qualcosa di pilotato vi è stato, è difficile da reprimere, se non a rischio di voler fare un gran torto alla propria e all’altrui intelligenza.
E qualcosa di strano è accaduto, se un gruppo di concorrenti in Provincia ha fatto ricorso al TAR, chiedendo l’annullamento delle prove. E’ una storia che Dueparole.eu è in grado di raccontare dettagliatamente dopo aver preso visione del documento con cui gli avvocati hanno promosso una causa contro la Provincia.

Tutto inizia alla vigilia di ferragosto del 2010 (la scelta di giorni festivi o quasi per far partire qualcosa di sensibile ormai fa parte dello stile Ventola) con una determina dirigenziale (la 111) con la quale si dà il la al concorso per 23 posti a tempo indeterminato, perfezionata il 07 settembre con l’emissione del bando. In altre parole, una manna caduta dal cielo se si considera il difficilissimo periodo storico che stiamo attraversando e la quasi impossibilità di trovare lavoro anche solo a termine. In quel bando era contenuta una condizione, all’art. 7, che imponeva una prova preselettiva nel caso in cui le domande pervenute fossero state superiori a 50. Limite facilmente superabile, infatti le domande di partecipazione al concorso sono diventate poi di qualche migliaio.
La Provincia decide bene di appaltare il servizio di preparazione, chiavi in mano, della prova preselettiva ad una ditta esterna, così che l’undici ottobre è ancora una determina dirigenziale (la 133) ad indirla. Contestualmente si approva il bando, la disciplinare di gara ed il capitolato speciale d’appalto.
Il 18 ottobre avviene la prima stranezza, secondo il ricorso. Compare sul sito in costruzione della BAT (quindi non ancora ufficializzato) un primo avviso, informa che prima del 29 ottobre veranno forniti dettagli completi sulla preselezione (luogo dove avverrà la prova, ora); il giorno viene già anticpato, sarà l’otto novembre. Nel frattempo la società CNIPEC srl di Genova vince l’appalto ed il 28 ottobre appare l’avviso, quello definitivo, come annunciato dieci giorni prima, completo di informazioni. Questa doppia comunicazione è oggetto di contestazione da parte dei ricorrenti, essi ritengono che abbia alterato i termini temporali previsti nel bando di concorso. Le prove si sarebbero dovute tenere ad un mese dalla scadenza delle domande e a non meno di 15 giorni dall’avviso. Ma dal 28 ottobre all’otto novembre trascorrono meno di 15 giorni, né (secondo il ricorso) può essere ritenuto valido il 18 ottobre, quella comunicazione, indicata in un primo momento come preavviso e poi trasformata in avviso qualche giorno dopo, è carente di un paio di dati essenziali: il luogo e l’ora delle preselezioni. Viene evidenziato anche che il mezzo di diffusione delle comunicazioni è un sito internet in fase di costruzione, non certificato, non soggetto a controlli e modificabile ad libitum finanche nei documenti pregressi.
Il 2 novembre 2010 viene nominata la commissione e il giorno 8 iniziano le prove. Tutti i candidati sono suddivisi in 5 gruppi per ordine alfabetico. Le contestazioni maggiori arrivano sulle modalità con cui la prova viene sostenuta e tutte le sue fasi sembrano presentare vizi, a partire dalla primissima, la scelta delle tracce. Secondo il capitolato d’appalto, la ditta aggiudicataria (la CNIPEC) avrebbe dovuto provvedere a stampare nella sua sede i questionari, chiuderli in un plico, sigillarli, spedirli. I ricorrenti denunciano che ciò non è accaduto, ed è la stessa CNIPEC a confermarlo con una nota dell’undici novembre di risposta ad una interrogazione di un consigliere provinciale di opposizione. Ammette candidamente, infatti, di aver fornito alla commissione esaminatrice le tracce per una loro verifica, riproduzione ed imbustamento. La commissione ha quindi preso visione e perfino modificato i test, nonostante non lo potesse fare. Per contratto infatti (art. 2) la commissione ha semplicemente un ruolo di indirizzo da esercitare preventivamente, non rientra tra i suoi compiti esaminare ed eventualmente modificare i questionari. Situazione resa perniciosa dal mancato aggiornamento dei correttori ottici, per i quali si sono creati disallineamenti tra le risposte realmente esatte (in seguito alla modifica di alcuni quesiti) e quelle considerate esatte sulla base del questionario di partenza.
Le note dolenti non finiscono qui, viene anche denunciata una seconda mancanza: la fornitura del personale di sorveglianza è deficitario – erano previste, da contratto, 19 unità, invece ve ne sono solamente 13 - non potendo così garantire un’adeguata copertura, situazione che può aver di fatto favorito qualche candidato più scaltro.
Anche nel merito dei quesiti non sono mancati rilievi. Viene segnatala l’ambiguità di alcune domande che presentavano risposte non propriamente univoche, aumentando così la possibilità di errore e costringendo i candidati a perdite di tempo prezioso. E una questione viene sollevata anche sul principio con il quale i questionari sono stati scelti. E’ ovvio che le pari condizioni impongono un eguale livello di difficoltà per tutti i concorrenti, somministrando loro gli stessi quesiti, facendo bene attenzione a modificare ogni volta l’ordine e la sequenza delle domande, ciò per evitare copiature. Nel nostro caso, invece, è accaduto che venissero sorteggiati 5 questionari su 7 (uno per ogni gruppo), che le domande fossero tutte diverse da un questionario all’altro e che la permutazione dei quesiti non venisse effettuata. Pari condizioni alterate, in quanto i candidati si sono sottoposti a prove di fatto differenti, nelle quali un gruppo può essere stato favorito rispetto ad un altro.
Ma le bizzarrie proseguono. Le graduatorie, che in casi come questi sono quasi istantanee, vengono pubblicate il giorno dopo la prova (il 9 novembre) sul sito ancora in allestimento della Provincia BAT con la dicitura definitiva. L’assurdo accade dopo una settimana esatta, il 16 novembre, allorché compare una nuova graduatoria definitiva che stravolge la precedente. Come mai non è dato sapere. Anche i ricorrenti chiedono spiegazioni alla provincia, ma nessuna parola giunge dalle segrete stanze. Di fatto gli ammessi, in un primo momento 47, salgono a 52, scompaiono i nomi di altre persone che avevano conseguito il punteggio di 27 trentesimi, valore che in sé, stando al bando, avrebbe dovuto costituire un lasciapassare automatico per la prova scritta, e si assiste ad una sorta di ottovolante simile al facimme ammuina della Regia Marina borbonica.

A questo punto non rimane che interrogarsi. E’ stata tutta pura incompetenza, leggerezza o dietro a certe stranezze vi sono fatti dolosi? L’affidamento a privati di procedure concorsuali rappresenta in sé un problema anche se sembra una pratica piuttosto avviata, se non altro per il rischio che un’informazione preziosa come il contenuto di una traccia potrebbe diventare merce di scambio. Chi garantirebbe, in questo caso, che ciò non avvenga?
In più, la tesi dell’incompetenza o dell’approssimazione, risulta difficile da sostenere, in quanto CNIPEC ha vinto un pubblico appalto e si occupa della materia già da un po’ di anni. Nel suo sito è infatti riportato, magari un tantino pomposamente, “C.N.I.P.E.C., definita ufficialmente dal Dipartimento della Funzione Pubblica quale azienda accreditata nel settore, è una Società altamente specializzata in materia di organizzazione e gestione di selezioni e concorsi pubblici con ausilio di procedure automatizzate. Le procedure di cui dispone il C.N.I.P.E.C., si attestano su standard di qualità riconosciuti.” Questa semplice dichiarazione dovrebbe garantire da ogni errore, ma non solo, perché “C.N.I.P.E.C. è certificata ISO 9001:2000, pertanto tutti i processi produttivi inerenti ai questionari d'esame, così come quelli di ogni altra attività svolta, sono sottoposti a controlli e verifiche analiticamente riportati in apposite schede di lavorazione della commessa che consentono di programmare, pianificare e monitorare l'intero ciclo produttivo.” Chissà cosa sarà scritto nelle schede di lavorazione della commessa per i concorsi BAT. Sicuramente nei suoi circa 200 interventi annui, ogni tanto qualcuno va storto. Nel 2004, infatti, CNIPEC rimase coinvolta in un’altra storia che finì davanti al TAR in Molise. Ne parlò il quotidiano telematico Altromolise.it e riguardò un concorso per la selezione di due dirigenti per la Regione. Anche allora furono ravvisate irregolarità in parte analoghe a quelle della BAT. Ad esempio le tracce delle prove (anche allora questionari) furono sorteggiate la mattina del concorso alla presenza di tre candidati che avrebbero dovuto constatare l’integrità dei plichi. I ricorrenti sostennero invece che i tre candidati non avevano mai preso parte a quella prova. Non solo, anche le modalità di consegna e di raccolta delle schede suscitarono parecchie perplessità.
Sconcerta il silenzio del presidente della Provincia che in una recente dichiarazione si è detto fiducioso nel giudizio del TAR, come se finire sotto ricorso fosse nell’ordine normale delle cose. Ma la storia dei concorsi non finisce qui, ha un sequel che racconteremo più in là.

Pubblicato il 16.02.11 h 16:20
Modificato il 16.02.11 h 18:36

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