Dueparole.eu - Nicastro a Canosa

Fantapolitica vers. 3 Lunedì 20 settembre, l’assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente, Nicastro, sarà a Canosa in Piazza Vittorio Veneto alle ore 19. Sarà sicuramente un appuntamento importante al quale nessun canosino, ma anche pugliese, dovrà mancare.
Abbiamo tutti la sensazione che sulle nostre teste si stiano consumando giochi che non ci piacciono e che capiamo ancora meno, ad iniziare dalla proliferazione inusitata di centrali a biomasse in Puglia, di parchi eolici, fotovoltaici e non ultima la recente polemica scoppiata intorno alla centrale nucleare che il governo di Papi vorrebbe installare dalle nostre parti, appoggiato dal suo fido scudiero Raffaele Fitto da Maglie, ministro ai rapporti con le Regioni, salvato da un mandato di arresto da un voto dei suoi colleghi parlamentari ed attualmente in carica con annessi due procedimenti giudiziari sul groppone, di cui uno promosso proprio da Nicastro quando era Pubblico Ministero.
Recentemente l’assessore Nicastro ha rilasciato dichiarazioni condivisibili e impegnative, ribadendo che l’unica forma di sviluppo accettabile possibile, se non vogliamo rovinare il nostro pianeta, lasciando alle generazioni future un inferno, è quello sostenibile, intendendo per questo il non oltrepassare quella sottile linea rossa che separa le ragioni dell’economia da quelle della salute dei cittadini. Volendo attualizzare il concetto, potremmo riassumerlo nel quesito: dov’è il limite tra il quantitativo giusto di energia da produrre nella nostra Regione e il di più, il superfluo?
E’ questa una domanda da fare all’assessore Nicastro, perché poi, quando oggi si parla in Puglia di sviluppo sostenibile, di nocumento per l’ambiente, di minaccia alla salute dei pugliesi, si intende proprio questo genere di attività: la Puglia come piattaforma energetica (infelice frase del fu ministro Scajola), pila d’Italia.
Recentemente su “La Gazzetta del Mezzogiorno” è apparso un articolo in cui l’ing. Zenni (direttore tecnico della Life Energy, la ditta che vorrebbe realizzare un impianto da 37 MWatt tra Andria e Barletta) porta con precisione un dato che difficilmente sarà reperibile altrove: quello dei consumi e della produzione di energia elettrica nella nostra regione. Zenni ritiene che il fabbisogno pugliese sia pari a 17.000 GWh, a fronte di 30.000 GWh prodotti, confermando quello che abbiamo sempre saputo, ovvero un surplus energetico di circa l’ottanta percento. Ci chiediamo, e chiediamo al nostro assessore, come sia conciliabile questo dato tendenzialmente in crescita - considerate le nuove richieste di impianti - con i protocolli firmati dal governo italiano in cui ci si impegna a ridurre del 20%, entro il 2020, la produzione energetica?
Certo, sono domande da fare ad un ministro per lo sviluppo economico (qualora ve ne fosse uno) ed è chiara la contraddizione a cui siamo costretti, tra il dovere di garantire la qualità ambientale, competenza dell’assessore regionale, e l’impossibilità di poter incidere su un importante fattore di inquinamento (la richiesta dissennata di nuova energia), essendo la politica energetica a totale appannaggio del governo centrale.
Quando Nichi Vendola parla di nuovo colonialismo, sollecitato dalla tracotanza con cui scelte di governo vengono imposte ai territori in modi che ricordano più l’Italia post-risorgimentale che la moderna democrazia di cui ci fregiamo essere, ha ragione. Sbaglia nell’esserselo ricordato troppo tardi, quando i recinti sono stati già aperti e i buoi sono scappati. Farlo oggi che il governo minaccia il nucleare in Puglia e il non averlo rivendicato ieri, quando erano già abbastanza chiare le tendenze e le loro reali intenzioni, è stato un gioco strategicamente miope.

Pubblicato il 16.09.10 h 15:40
Modificato il 16.09.10 h 15:40

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