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Povera Italia


Giorgio Ambrosoli
Sull’orlo del baratro ed in prossimità di un disastro ecologico dai contorni apocalittici. Eppure Papi non sembra aver capito. Le sue ossessioni sono altre. Delirio senile o strategia comunicativa? Mentre le notizie vengono fatte passare davanti al teleschermo a velocità supersonica, pochissimo si riferisce di un altro caso: quello del Cunsky, il mercantile affondato al di là delle coste ioniche sospettato di essersi inabissato con un carico di materiale radioattivo.
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Per una volta voliamo alto, guardiamo al di là del nostro cortile, delle nostre miserie quotidiane e poniamoci un problema di rilevanza mondiale: i cambiamenti climatici indotti dall’attività umana.
Su questo sito, in verità, me ne sono già occupato quasi un anno fa, quando l’Europa ci impose quel famigerato, per gli uomini e le donne che ci “governano”, 20-20-20: riduzione entro il 2020 del 20% di emissioni di anidride carbonica, riduzione dei consumi energetici (sempre il 20%) e quota (20%) di energia da fonti rinnovabili sul totale della produzione. Un obiettivo ambizioso - ma nemmeno tanto se consideriamo la posta in gioco - a cui i nostri politici hanno risposto nel peggiore dei modi possibili: tergiversando, chiedendo sconti, dilazioni, se non addirittura tentando disperatamente di cavalcare la tigre della perfida Bruxelles alla maniera di quando, nel Ventennio, si emettevano proclami di fuoco contro una perfida d’antan: Albione.
A distanza di quasi un anno, i nostri si sono ritrovati ancora ad arrancare dietro l’Europa e buona parte del mondo civilizzato. I motivi non son cambiati granché da allora, sono solo diventati più pressanti e preoccupanti. Ormai ne sembrano convinti tutti, Papi a parte; almeno quelli che hanno consapevolezza delle cose del mondo e non solo dei propri armonici conflitti di interessi. Che si sia sull’orlo del baratro, che il pianeta rischi grosso, non sono più gli estremisti dell’ambiente a sostenerlo, ma addirittura il segretario generale dell’ONU, Ban Ki Moon, ed il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, tanto da coinvolgere quasi tutte le nazioni della Terra in un convegno preparatorio alla Conferenza di Copenaghen, nella speranza che il tutto non si riduca come i protocolli di Kyoto. Esiste una linea ben precisa oltre la quale non si può andare, pena l’irreversibilità del processo con conseguenze disastrose su tutto il pianeta. Ipotesi alimentata da un docu-fiction (“The age of stupid”) che in termini più che realistici ha mostrato come potrebbe essere il nostro pianeta tra nemmeno una quarantina d’anni. Città costiere sommerse dai mari, siccità, conseguenti guerre, incendi, in altre parole un inferno.
Mentre anche i cinesi sembra stiano per rimettersi a più miti consigli, il nostro premier non si rende ancora conto di quanto sta accadendo, evitando di prendere parte in prima persona a simili consessi e delegando gli oneri ai ministri competenti (ovviamente si fa per dire), quando addirittura non vi manda il presidente dell’ENI, Scaroni.
Al momento i suoi problemi sembrano altri e non gli riesce di cambiare assolutamente idea. Almeno questa volta, per fortuna, ha evitato di tirar fuori la storia dei costi che comporterebbe l'adeguamento delle emissioni di anidride carbonica ai parametri internazionali, in specie quelli europei, sui quali la Commissione è stata molto decisa nel ribadirli, specie con chi dimostra di essere alquanto duro di orecchi sull’argomento e non evita di far trapelare richieste ritenute assurde.
Ma l’autunno italiano non si ferma qui, a rendere ancora più disastroso il nostro già precarissimo equilibrio ecologico, si aggiungono una serie di scoperte che hanno dell’incredibile. Nei nostri mari sono state affondate navi mercantili di proposito. Le operazioni sono state materialmente effettuate da uomini legate alla malavita organizzata, ma a dirigerle non si sa bene chi sia stato. Si ipotizza che vi abbiano partecipato uomini dei servizi segreti con qualche imprenditore del settore.
In questi giorni si parla del Cunsky, una nave mercantile finita sul fondo del mare insieme ad un carico, si sospetta, di rifiuti speciali, se non addirittura radioattivi. Ma non è la sola. Fonti vicine ai servizi segreti rivelano che sarebbero una cinquantina le grosse imbarcazioni colate a picco in condizioni quantomeno misteriose. Si ipotizza che anche la morte di Ilaria Alpi e del suo cineoperatore Miran Hrovatin avesse qualcosa a che fare con queste sporche storie: un traffico di rifiuti speciali tra Italia e Somalia dai contorni ancora misteriosi e non ancora indagati compiutamente, nei quali non è ancora chiaro chi sia stato coinvolto.
Una povera Italia è quella che emerge da questi spaccati, governata malissimo e che non ha assolutamente cognizione di cosa voglia dire assicurare il futuro. Una nazione disgregata, dominata da poteri forti e spesso occulti che trovano nell’azione politica di Papi la maggiore assicurazione di continuità.

Pubblicato il 29.09.09 h 09:22
Modificato il 25.11.09 h 15:15

Fantapolitica - Meno male che Francesco c’è Prova di collegamento ad un DB

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